Le pagelle di Verona-Napoli: Insigne zittisce i veronesi, Milik ritrova il sorriso, prima gioia per Ghoulam. Hysaj, che combini?

Reina 6: Si destreggia bene su un traversone insidioso di Verde, per il resto non ha lavoro particolare da svolgere: il Verona non s’affaccia mai dalle sue parti. Il rigore è la sua chance per cambiare la partita e il parere di molti tifosi nei suoi confronti. Il pallone passa al centro, tra le sue gambe: solo sfortuna o poteva di più? Dibattito già aperto.

Hysaj 5: Con la sua scellerata marcatura riapre una partita che, ormai, era abbondantemente conclusa. Atterra Bessa, rimedia l’espulsione. Rianima di fatto un Verona che era stato abbattuto. Sì, scellerato. Pazzini trasforma e la gara ritrova pepe. Arriva al termine di una gara che aveva riservato risvolti positivi anche per lui. Al netto di qualche errore, non aveva demeritato. Epperò ruba la scena in negativo in un finale inatteso.

Chiriches 6: Corrente alternata. Gestisce bene per larghi tratti del match, mette una pezza su un cross insidioso nella destra, forse cade in qualche trappola di troppo quando c’è da impostare dalle retrovie. Talvolta trasmette sicurezza a se stesso, al reparto e ai tifosi. Altre volte va in confusione: accade negli ultimi minuti, quelli dello smarrimento. Rimedia anche un mezzo infortunio da cui però recupera prontamente.

Koulibaly 6,5: Si destreggia alla grande per larghi tratti del match. Quando anticipa gli avversari, quando controbatte colpo su colpo, quando svetta di testa per non dar respiro ai (deboli) avanti gialloblu. Piace per la sua foga, per la poca ortodossia del suo modo di fare. Il campo gli riserva qualche tranello quando imposta, Caceres gli prende due volte il tempo e nel finale soffre qualcosa. Resta un valore per la difesa del Napoli.

Ghoulam 7: Centesima presenza in azzurro, primo goal in tutte le competizioni. Raccoglie una carambola tra Mertens e Nicolas, piazza la zampata alzando sotto la traversa. In posizione d’ala, lui che si reinventa spesso fluidificante sulla propria corsia. Però stavolta svolge bene anche il lavoro difensivo, soprattutto quello aereo: Cerci nel primo tempo viene sovrastato una manciata diversa, stessa sorte tocca a chi si piazza dalle sue parti nel corso del match.

Zielinski 6: Il turnover imposto gli permette di trovarsi nell’undici iniziale. La condizione non è al top, si vede, però finché ha fiato corre e lotta. Dà una sensazione di pericolosità quando s’affaccia dalle parti di Nicolas, sensazione che però non viene spesso tradotta in reali occasioni da goal. Per larghi tratti del match c’è, è vivo. Per altri, invece, si nota meno. Specie quando c’è da difendere. Prestazione comunque sufficiente.

Diawara 7: Dal primo minuto dà un’impressione di prepotenza da bullo. Colonizza la zona centrale del campo e guai ad avvicinarsi nei suoi paraggi: son dolori. La fase passiva è svolta con dovizia di particolari ma in modo poco ortodosso. Arpiona ogni pallone che transita dalle sue parti, come il bambino che al campetto è proprietario del Super Santos e detta legge. Imbastisce la rete del raddoppio con un portentoso recupero, con il pallone tra i piedi fa ciò che vuole e alla fine gli errori si contano sulle dita di mezza mano.

Hamsik 5,5: Il capitano non ha lo smalto dei tempi migliori. Colpa di una forma fisica ancora insufficiente, destinata però a migliorare con il passare dei giorni, degli allenamenti, delle partite. Tenta il tiro: altissimo, colpa del terreno. Però in fase offensiva può fare di più. Certo, fraseggia come sempre con Insigne e Ghoulam, però senza la verve che lo contraddistingue. Si avverte, comunque, la differenza tra le due fasi. (Dal 66′ Allan 6: Entra e trasmette vivacità. Gioca diversi palloni, con risultati quasi sempre egregi. Poi Hysaj si fa buttare fuori e tocca a lui impiegarsi da terzino. Una soluzione che può anche piacere quando va a chiudere la porta a Bessa, senza badare al sodo. Tanti, tanti meriti per lo spirito di sacrificio con cui si cala nella nuova parte).

Callejon 6: I movimenti ci sono, la corsa anche. La forma fisica, però, scarseggia. Eppure era stato tra i migliori del precampionato. Alla prima non dà il solito apporto alla manovra offensiva. Ci prova ma fallisce un’ottima palla goal in avvio. Solito lavoro occulto, ma va presto – più presto del solito, e stranamente – in riserva. Lo rimpiazza Giaccherini: scelta conservativa. (Dal 73′ Giaccherini s.v.)

Milik 7: La pioggia di critiche può essere già alle spalle. Una nuvola passeggera che s’era accanita su Arek, dopo l’erroraccio nel finale di Napoli-Nizza. Serviva un’iniezione di fiducia, Sarri e Insigne gliel’hanno servita. Il primo schierandolo nell’undici iniziale, il secondo con un’assist al bacio che lui confeziona nella rete del raddoppio. Poi tante sponde, uno spirito di sacrificio che si traduce in un lavoro per i compagni. I risultati sono alterni, migliorano dopo la gioia personale. Fallisce anche un’ottima occasione ad inizio ripresa. Può fare di più, ma l’inizio è buono e fa ben sperare. (Dal 60′ Mertens 6,5: Entra con la vivacità che l’ha sempre contraddistinto: va subito al tiro e Nicolas s’arrangia come può. Si nota spesso, è pimpante, scambia con Insigne e propizia – anche con un po’ di fortuna – la rete di Ghoulam. S’impegna come può quando il Napoli resta in dieci, va a conquistare un prezioso calcio di punizione che permette al Napoli di respirare).

Insigne 7: Magari tutte le scimmie giocassero così a calcio. Passi lo sfottò dei veronesi, per ora. Ma alle offese di pessimo gusto i calciatori di talento – e i signori – rispondono come meglio sanno fare. Insigne entra in campo con il piglio dei migliori, di chi ha qualcosa da dimostrare. E fin dai primi attimi si rivela un satanasso scatenato pronto ad ammattire i difensori scaligeri. Va più volte al tiro, pennella per Callejon, scarica per Hamsik. Fase offensiva e difensiva, senza accusare la fatica. Poi la giocata vincente, quella devastante: un contropiede nato a ridosso dell’area azzurra, una corsa forsennata, un pregevole assist d’esterno che Milik trasforma in goal. E i tifosi veronesi – che nel frattempo continuavano a beccarlo – possono solo accomodarsi e rifarsi gli occhi.

Sarri 7: Solito Napoli: riprende da dove aveva finito. Con il suo gioco spumeggiante, con le trame offensive che piacciono e convincono. Con la valanga di bel gioco, occasioni e reti. Tre goal e una partita che appare ormai chiusa. Sì, merito della sua creatura, del suo duro lavoro. Poi un calo di concentrazione e un rosso ingenuo ed evitabile. Lui non ha colpe, s’adira come prevedibile e bacchetta i suoi fino al fischio finale. C’è ancora da lavorare, ma la strada tracciata è quella giusta.

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