Particolare statistica e tabù sfatato per il tecnico toscano, che non era mai riuscito a vincere la prima partita in Serie A
La prima volta non si vince mai. Quasi.
È strano come i proverbi e i modi di dire, possano risultare, a volte, così poco veritieri. Lo sa bene Maurizio Sarri, che per anni si è ritrovato a dover frantumare il detto “chi ben comincia, è a metà dell’opera”. Lui, che da quando è arrivato in Serie A, non ha mai vinto all’esordio pur conducendo poi sempre un campionato eccellente. La prima volta del tecnico toscano in Serie A è stato un Udinese-Empoli terminato 2-0 nel segno di Totò Di Natale, quasi a presagire che Sarri il Napoli doveva averlo nel destino. Un inizio claudicante per il suo Empoli, ma il proseguimento fu ottimo, tanto che da neopromossa, la squadra toscana riuscì a piazzarsi undicesima, a metà classifica.
Dopo un solo anno da allenatore in Serie A, De Laurentiis rimase stregato e lo chiamò per il suo Napoli. Cambia la squadra, resta il tabù: Sassuolo-Napoli 2-1, con gol di Floro Flores, un altro napoletano. Poco importa però, ancora una volta il resto della stagione fu esaltante, conquistando addirittura il secondo posto dietro soltanto alla valanga di punti della Juve. L’anno scorso, l’ultimo capitolo dello strano rapporto Sarri-prima volta: Pescara-Napoli 2-2. In 3 anni di Serie A sono state collezionate 2 sconfitte e un pareggio, ma in fondo non è vero che “il buongiorno si vede dal mattino”. Quest’anno la storia è cambiata, un 3-1 al Verona per mettere fine alla serie di sfortunati eventi capitata negli anni precedenti. Un punto fermo per chiudere la storia passata e cominciarne una nuova, vincente si spera. L’inizio positivo, la condizione invidiabile, il gioco sempre spettacolare, tutti questi sono gli elementi da cui si deve ripartire ed essere felici, per una volta, di dare ragione ai proverbi.