Ci sono giorni in cui parlare di sport ti aggrava di qualche insensato, ma giustificato, senso di colpa. Giorni in cui l’attenzione e la mente volano verso terreni molto meno sereni, verso argomenti tutt’altro che lievi.
Stasera il Napoli affronterà il Nizza per il ritorno dei preliminari di Champions League, ma è un evento che passa necessariamente in secondo piano, per quanto riguarda l’animo. Un animo pervaso dal dispiacere e dalla disperazione per un altro episodio tragico che ha travolto il popolo italiano. Sì, italiano, e non solo napoletano, perché chiunque abbia un briciolo di umanità si associa al cordoglio della gente di Ischia.
Il terremoto, che ha provocato la morte di due persone oltre ad averne ferite diverse decine, ha portato ancora lacrime. Ancora rabbia per le modalità di costruzione degli edifici, ancora preoccupazione per l’esito di possibili episodi simili in futuro. Ancora dolore.
Quell’isola che rappresenta, per un napoletano, un simbolo di spensieratezza e di vacanza. Quell’isola accogliente, ricca di verde e di gente solare. L’isola del tramonto di Citara, del coniglio alla cacciatora, di quel sorprendente cornetto gustato in serenità nei pressi del porto.
Quell’isola del sorriso oggi piange, ferita dalla potenza della Terra e dall’imperizia dell’uomo.
E sorprende (o peggio, non sorprende più) come si possano rinvenire esternazioni cariche d’odio verso i napoletani in un contesto di tristezza e di dolore. Frasi di livello morale inesistente (più che basso), volte all’esultanza per una catastrofe naturale dagli esiti disastrosi. Frasi di incitamento a una futura eruzione del Vesuvio. Parole e toni che non possono rientrare nel linguaggio di un essere umano di fronte alla solennità della morte e all’obbligo del rispetto.
Stasera il popolo napoletano si raccoglierà di fronte al televisore per partecipare a una serata decisiva per la squadra azzurra. Il sapore, però, sarà indubbiamente diverso e la partecipazione emotiva sarà meno coinvolgente.
Perché ci si raccoglierà, innanzitutto, in maniera metaforica, intorno alla disperazione che ha colpito l’Isola Verde. Perché il flusso continuo di notizie continua imperterrito a toccare argomenti tragici di fronte ai quali si giace impotenti, oltre che tremendamente colpiti nell’animo.
Perché stasera, senza dubbio, è una di quelle sere in cui risulta difficile parlare di sport.