A poche ore dalla chiusura del portone del Melia ci si aspetta, nelle logiche da tifoso, nomi altisonanti. Il gong che ha sancito la chiusura del mercato non ha riservato chissà quali sorprese ai tifosi del Napoli, che magari si sarebbero aspettati qualche mossa in più. E invece no: Mario Rui e Ounas, fin da subito. Inglese dal 2018, più i giovani Mezzoni e Sgarbi. Già, quest’ultimo ha suscitato l’ilarità di chi l’ha strumentalizzato per muovere una critica al mercato azzurro e di chi l’ha paragonato ad un omonimo personaggio ben più noto.
La domanda però è sorta nel preciso istante in cui il tweet del Napoli è apparso nell’etere: chi è Lorenzo Sgarbi? “Un calciatore atipico, a guardarlo non gli daresti una lira” – sostiene ai nostri taccuini Paolo Tornatore, l’ex allenatore. Il mister l’ha avuto con sé lo scorso anno, nell’Under 16 del Sudtirol. L’apparenza, però, inganna. Sempre o quasi. Perché a vederlo Lorenzo potrebbe sembrare “il classico lungagnone – definisce il mister – ma è resistente, forte, veloce. Ho visto pochi giocatori così forti tecnicamente”. Un biglietto da visita niente male, no?
Lorenzo è stato acquistato proprio lì, dal Sudtirol. Dal punto più estremo d’Italia a quello più contraddittorio. Un viaggio della speranza di mille e rotti chilometri. Il tutto per un sogno, quello del gioco del calcio. “Se la caverà bene a Napoli, è sveglio, è ironico, sa stare in compagnia. Sì, a volte fa in***zare, ma è un pezzo di pane”. Parola del mister.
E in campo? Dove piazzare l’ultimo arrivato? Detto che probabilmente si aggregherà all’Under 17, con possibilità di fare la spola con la Primavera, Sgarbi non ha un ruolo ben definito. Sì, la carta d’identità calcistica dice “attaccante”. Però le sue caratteristiche gli consentono di svariare su tutto il fronte d’attacco. “Ha della potenzialità uniche, nessuno gioca nell’uno contro uno e prende velocità come lui. Deve essere più cattivo. Deve solo trovare il suo ruolo: per ora può ricoprire tutte le posizioni dell’attacco. Sa giocare la palla e difenderla: ne sentirete parlare”.
Mano sul fuoco, insomma. Mister Tornatore garantisce per lui. D’altronde è stata quasi una sua invenzione: “Me lo sono andato a cercare, giocava nei Giovanissimi Regionali di una squadra d’Eccellenza. Ha faticato un po’ all’inizio, poi è emerso. Abbiamo lavorato sui movimenti e sulla testa, tirando fuori delle cose che non aveva. Gli abbiamo inculcato l’abitudine ad allenarsi, a stare in gruppo, a non sentirsi un fenomeno”.
Lui ci ha messo del suo: “Si è migliorato giorno dopo giorno, ma deve ancora capire il vero valore dell’allenamento”. Un piantagrane? Macché! Un ragazzo, piuttosto, che non vede l’ora di iniziare la sua nuova avventura: “Ci siamo sentiti, gli ho fatto i complimenti, io mi ero mosso in prima persona per farlo trasferire. Ora è felice, sono contento che abbia scelto questa destinazione, anche a mille chilometri di distanza. Arrivare al Napoli per lui è già un sogno”. Con queste premesse, sperare in bene è d’obbligo.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 1 Set 2017 - 18:31