Arek Milik: il tempo è ora. L’attaccante classe ’94, arrivato nella passata estate dall’Ajax per una cifra di circa 30 milioni di euro – allora bisognava sostituire Higuain, “l’uomo dei record” della stagione precedente -, si presentò, all’esordio, segnando una doppietta al Milan: un biglietto da visita eccezionale. I tifosi se ne stavano già innamorando.
Successivamente ha lasciato il segno con la Dinamo Kiev in Champions e con il Bologna in campionato (altre due doppiette), e poi dal dischetto contro il Benfica, ancora in Champions, dimostrandosi anche un valido tiratore dal dischetto. Insomma, con un Milik così, il Pipita, nella mente dei napoletani, era diventato solo un lontano ricordo.
Ma la vita, si sa, ti mette spesso alla prova: nello scorso ottobre, il polacco, dopo un inizio esorbitante, si ruppe il crociato durante una gara con la sua nazionale. Un infortunio che gli costò caro, perché lo costrinse a restare fuori dal terreno di gioco per diversi mesi. Dopo i fuochi d’artificio, il buio.
NON FARSI FERMARE, PRENDERE ESEMPIO DAL VENTO
Un anno dopo Milik è tornato, definitivamente, più motivato di prima. Con il Verona, nell’esordio stagionale, ha anche segnato un gol. Oggi è considerata una riserva di lusso a Mertens, e chissà che un giorno non possa riprendersi la maglia da titolare – anche se ciò significherebbe modificare il gioco attuale di Sarri. Sta di fatto che, come riferisce Il Roma, con le partenze di Pavoletti e Zapata, considerando anche che il nuovo acquisto Inglese resterà per un altro anno al Chievo, questa, per Milik può, essere la volta buona.
Articolo modificato 3 Set 2017 - 15:36