Finita l’era Luis Enrique, il suo erede Ernesto Valverde non si è presentato proprio benissimo, riuscendo a perdere e sfigurare in entrambi i clasicos giocati in Supercoppa di Spagna. Calcio d’agosto diranno in molti, ed infatti qualcosa è stato aggiustato nel corso delle settimane, nonostante la partenza di Neymar sia stata più dolorosa di quanto poteva esserlo con un reinvestimento oculato dei 220 milioni.
LE MOSSE DI VALVERDE
Il Barça infatti è primo dopo 3 giornate di Liga, al pari della Real Soçiedad, ma addirittura a 4 punti dal Real Madrid fermatasi per due giornate di fila, prima a Valencia e poi a Levante. I blaugrana hanno rimesso le marce alte ed asfaltato per 5-0 nel derby catalano un poco reattivo Espanyol: tre gol di Messi, uno di Suarez e l’altro di Pique.
Ma quel che stupisce è la capacità del Barça di rendersi camaleontica. Come sottolinea l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Valverde ha studiato delle opzioni diverse per il dopo-Neymar, ed infatti contro i cugini biancoblu non ha giocato Dembelé (che è poi subentrato) bensì Deulofeu.
Entrambi però hanno giocato a destra, nella posizione che era di Messi, con la Pulga che si è spostato a centro. Sulla sinistra, lì dove giocava Neymar si è spostato Suarez, che però a causa della sua tendenza ad accentrarsi, lascia spazio libero alle cavalcate di Jordi Alba. Interessante anche la scelta di Paulinho che, si pensava, potesse far rifiatare Busquets. Due giorni fa è stato invece Rakitic ad abbassarsi sulla mediana, col brasiliano a prendere il posto di incursore.
Insomma la Juve è avvisata: questo Barcelona avrà anche meno talento del precedente ma è più difficile da inquadrare in campo, non sarà facile per Allegri e compagni