Sembra ormai chiara la posizione presa dal Napoli in merito alle dichiarazioni pre e post gara dei propri tesserati: il silenzio stampa andrà avanti. Più enigmatico invece capire quali sono le reali motivazioni che hanno portato a tale decisione, praticamente in essere da inizio stagione.
Inizialmente, il silenzio stampa trovava piena giustificazione nell’evidente volontà di mantenere alta la concentrazione in vista del ritorno del play-off di Champions League a Nizza. Tale ipotesi è però automaticamente decaduta, in quanto nessun tesserato del Napoli ha rilasciato dichiarazioni alla stampa anche per i successivi impegni, con Atalanta e Bologna in campionato.
Tante possono essere le spiegazioni, e con molta probabilità i fattori che concorrono alle decisione sono molteplici.
La SSC Napoli, ha avuto durante questi ultimi anni una crescita esponenziale in termini di rosa e valori in campo. Non nella stessa direzione invece la gestione della comunicazione, definibile come il vero e proprio “tallone d’achille”.
Tutti hanno dei punti deboli, ma è fondamentale saperli gestire e conviverci. Se tale silenzio trae le fondamenta dalla consapevolezza di questo deficit, la strada imboccata è quella giusta. È chiaro che bisogna trovare una soluzione definitiva e non un palliativo, ma nel frattempo potrebbe rappresentare un’autentica manna dal cielo, soprattutto nella stagione dove gli azzurri possono realmente competere per il titolo.
Spesso il Napoli ai microfoni, per mancanza di ipocrisia e diplomazia, ha dato l’impressione di avere tensioni interne che poi in realtà non sono mai esistite, offrendo spunti di destabilizzazione per tutti i media nazionali. In questa situazione, probabilmente il silenzio stampa rappresenta la scelta migliore, in quanto ogni dichiarazione pubblica potrebbe trasformarsi in un autentico boomerang.
Da non sottovalutare l’aspetto scaramantico. Sarà azzardato annoverarlo tra i fattori decisivi, ma considerando l’inizio spumeggiante, per non turbare l’attuale equilibrio, non è improbabile che il silenzio stampa venga mantenuto per tutto l’arco della stagione. È avvenuta una cosa per certi versi molto simile l’anno scorso, dove si è preferita la divisa secondaria alla principale, in quanto ritenuta più redditizia in termini di risultati.
Roba da non credere, ma i napoletani sanno di cosa si parla, soprattutto quelli che già azzardano il paragone con la Nazionale campione del mondo nel 1982…
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Giovanni Moccia
Articolo modificato 11 Set 2017 - 20:59