Non va come preventivato l’esordio ai gironi europei del Napoli, che approccia male la partita e viene sconfitto dalla coriacea compagine dello Shakhtar Donetsk.
A distanza di 6 mesi, dopo 15 vittorie e 2 pareggi, ritorna quell’amaro in bocca che solo la sconfitta sa lasciare. L’amaro però è intenso, di quelli che difficilmente vanno via con una semplice sciacquata; perché il Napoli perde e lo fa quasi subendo la furia dei calciatori di Fonseca. La partita di Charkiv era molto meno abbordabile di quanto ci si potesse aspettare certo, ma preoccupa vistosamente lo sbandamento azzurro, soprattutto dal punto di vista della mediana e della creazione del gioco. Il tecnico Maurizio Sarri sorprende (ma non troppo) schierando dal 1′ Milik, relegando in panchina Dries Mertens. Quel che però è forse passato in secondo piano è la scelta di relegare addirittura in tribuna Adam Ounas: in un momento di particolare difficoltà il jolly in maglia numero 37 avrebbe potuto costituire una carta importante da scoprire. Al contrario, per l’algerino c’è stato da guardare i propri compagni in borghese, senza poter dare il proprio contributo.
In Champions, al pari del campionato, la casella dei minuti dell’ex Bordeaux segna un significativo zero. Poco, decisamente poco, per un calciatore che è stato pagato 10 milioni di euro, scelto per le sue qualità, per la sua genialità e la possibilità di dare forze fresche dalla panchina. Quanto visto nel ritiro estivo di Dimaro e nelle amichevoli pre-campionato (citofonare l’Espanyol per conferma) aveva fatto presumere un utilizzo. Un utilizzo di qualsivoglia genere e natura, non certo un binomio panchina-tribuna. Nella partita del Metalist Stadium è mancato il consueto apporto di José Callejon, il quale comunque ha come attenuante il fatto di essere continuativamente in campo dallo scorso 19 febbraio: livelli di stakanovismo superiori alla media. L’importanza tattica dell’iberico ha pochi eguali in Europa, ma dal 70′ di tatticismo ce n’era ben poco. In situazioni di questo tipo il genio e la sregolatezza di Ounas potrebbero fare al caso azzurro.
“Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia”, parafrasava Erasmo da Rotterdam. Ecco, quella non manca al ragazzo ex Bordeaux. Così come la voglia di dimostrare il proprio valore, magari, uscendo proprio dagli schemi.
Francesco Vassura
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