Serie A, derby e San Paolo. Non succedeva da trent’anni. C’è voluto tempo, troppo tempo, affinché i fattori-chiave tornassero ad allinearsi e l’alchimia risultasse vincente. Il nuovo derby, trent’anni dopo, è stato Napoli-Benevento, che è anche il primo derby; il primo tra le due compagini, si intende.
Strani intrecci che rendono una festa una domenica qualunque di calcio. Perché sono stati quasi 50.000 i tifosi accorsi allo stadio. Cinquantamila, quelli delle grandi occasioni. E Napoli-Benevento non lo è, forse? Il derby ha unito e diviso contemporaneamente: unito tifoserie diverse, diviso famiglie, lanciato interrogativi interiori. Tutto per una molto più che semplice partita.
L’aria di derby, quello sano è bello, si è respirata sin da metà mattinata, quando i primi tifosi hanno iniziato ad affollare le aree esterne allo stadio San Paolo. Tifosi del Napoli, tifosi del Benevento, tifosi beneventani del Napoli e pure tifosi indecisi.
A Fuorigrotta camminavano tutti insieme. C’era il beneventano doc, quello che fiducioso e ostinato ha rimarcato la sua appartenenza ai colori giallorossi senza esitazione; c’era il beneventano infiltrato, quello che non ha trovato spazio nel settore ospiti e si è accomodato accanto ai tifosi azzurri, con mise più sobria del precedente; c’era il napoletano verace, quello che qualsiasi partita è una partita importante e va vissuta allo stesso modo; c’era il napoletano gioioso, quello che andava in giro a sperare che “oggi vince il Napoli, ma da domani il Benevento non perde più”. E c’era una nuova tipologia di tifoso: l’indeciso. Eh già, perché sono tanti i beneventani tifosi da anni dei colori azzurri che oggi si son chiesti da che parte dovessero stare. Da che parte era giusto? La squadra della propria città o la squadra della propria vita? La squadra che si ama davvero, forse è questa la risposta e forse è questa la strada che hanno deciso di seguire i “titubanti”.
In ogni caso, tutti hanno preso parte alla partita. In maniera rispettosa, ma competitiva. Cori, striscioni, fischi, tifo e scaramanzia. Nemici in campo per novanta minuti, di nuovo l’uno accanto all’altro dopo. Come un derby dovrebbe essere, come il calcio dovrebbe insegnare. Nessuno si è risparmiato durante il match, tra canti e urla di incitamento, nemmeno i beneventani sotto di sei goal; così come sicuramente nessuno risparmierà le battute post-partita da qui ai prossimi giorni, quelle che uniscono e dividono contemporaneamente, amici, famiglie e tifoserie intere.
Napoli-Benevento è stato il primo derby, ma ci si augura “il primo” solo di una lunga serie. Non solo perché la speranza è che la squadra campana resti in serie A; ma anche “il primo derby” di derby in cui si è antagonisti sportivi nel limite del rispetto comune, e ci si possa prendere in giro al termine della partita, mentre insieme si ride e si sorseggia una birra. In questo Napoli e Benevento hanno vinto, entrambi.
Articolo modificato 18 Set 2017 - 10:41