Sarri: “Sapevo che l’avremmo rimessa a posto, Mertens conferma di essere un fuoriclasse. Hamsik in netta risalita”

Nel post-gara di Lazio-Napoli, Maurizio Sarri, tecnico degli azzurri, ha commentato la vittoria ai microfoni di Premium Sport.

Ecco le sue dichiarazioni: “Lo svantaggio non mi ha lasciato nessuna perplessità, infatti nell’intervallo ho detto ai ragazzi di continuare su quella strada perché l’avremmo rimessa a posto. Primo posto? Dopo cinque partite penso che non abbia nessun tipo di significato. Mertens come Maradona? Non scomoderei Maradona perché lì andiamo su altri livelli storici assoluti, però con questo Dries Mertens ha dimostrato di essere un fuoriclasse e un fuoriclasse lo sta diventando. Domenica ho detto che è un animale affamato di gol potrei trovare una definizione più romantica ma preferisco questa. Fino a questo momento abbiamo fatto qualche errore di meno rispetto all’anno scorso, adesso bisognerà vedere se riusciremo a mantenere quest’attenzione per altri dieci mesi. La Lazio sta facendo molto bene, quindi un pizzico di timore per tenere l’attenzione alta penso che sia positivo. Questa è una squadra che quando prende in mano il pallino del gioco si esalta e si diverte. Hamsik? A livello di prestazione mi sembra in netta risalita. Veniva da 90′ fatti pochi giorni fa e sul 3-1 mi sembrava opportuno tutelarlo un attimino. Scudetto? Ora penso che dovrei andare a letto perché rigiochiamo fra settanta ore (ride, ndr.)”.

“Tenuta atletica dopo preliminari? Non lo so, è il primo play-off che faccio. Comunque come carico globale abbiamo avuto lo stesso degli altri anni. I danni dei preliminari, più che fisici sono mentali, perché essere eliminati ti segna. Gol preso? Eravamo messi abbastanza bene in difesa, forse si poteva fare qualcosa in più su Immobile che si è girato troppo facilmente. Forse c’è anche troppa distanza tra Albiol e Jorginho. Mertens? Botta di fortuna da parte mia, perché dopo l’infortunio di Milik abbiamo azzardato Dries come prima punta. Ma da qui a vederlo così devastante, ce ne passa. Peccato che l’abbia scoperto a soli 28 anni, altrimenti sarebbe stato un attaccante a livello mondiale per molto più tempo.”