Tra le pretendenti allo scudetto, il Napoli è certamente quella più appariscente, seducente, con il suo gioco rapido ed ammirato dai cultori del genere. Il primato in classifica – si legge sul quotidiano La Gazzetta dello Sport – è rinvigorito dall’analisi delle statistiche: il possesso palla è un dato ormai così clamoroso da non fare più notizia (64,07% di media a partita) ma soprattutto non è sterile: 74 tiri, di cui 48 nello specchio, dicono che Mertens e compagni sono il gruppo che va con più frequenza alla conclusione e segna ormai alla frequenza di 3 gol a partita.
Il calendario ha aiutato gli azzurri, come molte altre, e la vera differenza si dovrà tarare sugli scontri diretti. Il Napoli non sembra aver più bisogno di inseguire la perfezione – irraggiungibile – per vincere, però soffre ancora di errori individuali che contro avversari dotati possono essere fatali. Non sempre si potrà risalire come contro l’Atalanta o la Lazio azzoppata dagli infortuni.
Di contro, la Juventus è più spietata sotto questo punto di vista. Ancora nessuno, neppure il Napoli, ha il ventaglio di soluzioni tattiche a disposizione di Allegri. La Juve può colpire centralmente, con i colpi di Mandzukic o Higuain, con le punizioni di Pjanic o la classe a tutto campo di Dybala. Arriva poco in area avversaria (91 giocate utili) e tira meno delle altre big ma converte il 27% di conclusioni: l’efficacia al primo posto. Come dimostra il test contro la Fiorentina: partita bruttina, golletto da 3 punti.
Articolo modificato 22 Set 2017 - 08:59