Schaeper 5: Ha grosse responsabilità sul terzo goal: la conclusione di Jaadi dalla distanza non è irresistibile, lui la legge male o probabilmente la battezza a lato. E invece s’insacca: 1-3. Reagisce con uno splendido intervento su colpo di testa ravvicinato di Vasko, ma sulla respinta Samotti mette dentro. Notte fonda. Incolpevole sugli altri goal.
Schiavi 5,5: Nel reparto arretrato è quello che sfigura meno, anche perché soffre poco e quando c’è da spingere lo fa con molta convinzione. I pochi pericoli per la porta friulana nascono dai suoi piedi, da qualche cross insidioso o quanto – incitato dagli spalti – va al tiro.
Esposito 5: La goleada influisce parecchio. Lui non è tra i peggiori, però il passivo è pesante e l’Udinese scorazza in assoluta tranquillità. Prova a fronteggiare Jaadi in campo aperto sull’azione del primo goal, ma il fuoriquota dell’Udinese ha un altro passo e un altro fisico.
Marie-Sainte 4: Disastro totale. L’imbarcata è anche colpa sua, anche colpa – però – di un centrocampo inesistente e delle facili scorribande sulla sinistra azzurra. Lui si ritrova nell’uragano, viene trascinato giù da un’Udinese straripante. E può poco, nulla. Anche con il pallone tra i piedi combina guai. La testa lo abbandona in un concitato finale.
Scarf 4: Ha sulla coscienza almeno due goal. Il primo nasce da un errore individuale, sul secondo si lascia sovrastare da Donadello e Malle. Disastro anche con il pallone tra i piedi: non ne indovina una. E al tempo stesso in copertura è un’agonia costante. Quando c’è da affacciarsi in avanti, poi, latita completamente. Da rivedere.
Basit 4,5: La sua partita poteva terminare anzitempo: l’arbitro infatti lo grazia in più di una circostanza. Interventi scomposti a parte, è praticamente sempre in ritardo o saltato. Il fallo in cui ricorre spesso è praticamente una costrizione dettata dalle situazioni di gioco. L’impostazione, poi, non è nelle sue corde. Bocciato.
Micillo 4,5: Le perplessità ruotano tutte intorno al ruolo: Saurini lo schiera mediano in un 4-2-3-1, ruolo che appare poco congeniale alle sue caratteristiche fisiche. Da mezzala rende meglio. Non ha la stazza per contrastare i friulani e si vede. Soprattutto, lui e Basit lasciano troppa distanza tra la loro posizione e i 4 d’attacco, spaccando in due la squadra. Suggeriamo a Saurini di riproporlo in un centrocampo a 3.
Mezzoni 4: Anche lui è da annoverare tra i peggiori. Dovrebbe garantire un minimo di corsa e imprevedibilità, ma non gli riesce nemmeno mezza giocata. Dribbling zero, lo stesso quando c’è da crossare, dialogare con i compagni e andare al tiro: attende troppo e divora un’ottima palla goal. Sbaglia tantissimo.
Gaetano 5: Si cala nel ruolo di trequartista, ma non riesce a cambiare l’inerzia della partita. Quasi mai in partita, la distanza tra i due di mediana e la sua posizione spacca in due la squadra, che viene punita spesso in contropiede. Più apprezzabile da mezzala. (Dal 74′ Russo s.v.)
Zerbin 5,5: Salva il salvabile. Perché ha passo, fantasia ma anche orgoglio, quello che gli permette di tentare sempre l’assalto alla porta avversaria malgrado il risultato. Ci prova e si arrende, forse, per ultimo. Esce praticamente per turnover: sarà titolare contro il Feyenoord martedì. (Dal 60′ Palmieri 6: L’unica sufficienza di giornata è sua: perché lotta, sgomita, non s’arrende e trova un goal che è una prodezza. Riceve la sponda di Sgarbi, calcia al volo nell’angolo più lontano. Il 2-5 risulta così meno amaro).
Leandrinho 5,5: Ha tecnica e si vede, porta via la squadra da qualche situazione intricata. Dribbling su dribbling, joga bonito. Però quando c’è da essere incisivi non si vede, si isola e non punge la coppia di centrali dell’Udinese. Da affinare, certamente, l’intesa con i compagni. (Dal 60′ Sgarbi s.v.)
Saurini 4: Le sbaglia tutte. A partire dal modulo, un 4-2-3-1 che frammenta in due parti la squadra. Concede così territorio all’Udinese e alle scorribande di Jaadi. Lascia, soprattutto, i 4 d’attacco abbandonati a loro stessi e alla loro fantasia, i difensori ad un “cavatevela da soli” e i due mediani in un limbo senza via d’uscita. Paga l’esclusione di Otranto: un metronomo forse avrebbe fatto comodo.
Dagli inviati al centro sportivo di S. Antimo: Pasquale Giacometti, Vittorio Perrone, Martina Amitrano e Giovanni Annunziata
Articolo modificato 23 Set 2017 - 17:37