Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, ha parlato a Castel Volturno in occasione della conferenza stampa che precede la sfida di Champions League contro il Feyenoord, in programma domani sera al San Paolo. Inevitabilmente, l’attenzione è stata concentrata sull’assenza forzata di Milik.
La rottura del legamento crociato del ginocchio destro dell’attaccante polacco ha stravolto le possibilità di rotazione in attacco, limitandole. La prima considerazione, però, a cui Sarri fa riferimento, dopo ovviamente aver augurato una pronta guarigione e un ritorno ad alti livelli al calciatore, riguarda la causa del suddetto infortunio.
Il tecnico del Napoli ha voluto sottolineare come non sia stata data la giusta importanza al teatro della disavventura di Milik, ovvero il campo da gioco dello stadio Paolo Mazza di Ferrara. Il Napoli già prima della sfida contro la Spal aveva lamentato la siccità dell’erba, nemica del gioco palla a terra. Non si sarebbe aspettato, però, un’epilogo ben peggiore di un rimbalzo falso su un passaggio.
La scarsa qualità del terreno di gioco ha avuto sicuramente un ruolo determinante nell’accentuare (e forse causare) il movimento innaturale del ginocchio di Milik, che ha portato alla rottura del legamento.
Sarri ha dunque sottolineato l’incongruenza e l’inadeguatezza di un movimento come quello calcistico, che fattura numeri a nove zeri e che non è in grado di assicurare gli strumenti da lavoro necessari affinchè tutto si possa svolgere nel miglior modo possibile. Ponendo dei limiti alla sfortuna, che a volte può semplicemente essere un alibi per delle mancanze. Queste le parole dell’allenatore azzurro:
“Mi dispiace che io quando parlo di certe cose vengo accusato di essere uno che piange, ma il terreno è lo strumento di lavoro più importante per la nostra attività. Un’attività che fattura due miliardi e mezzo al livello di movimento e non riesce ad avere uno strumento di lavoro in condizioni perfette è una cosa indegna.”