Reina 6: L’unico sussulto con un’uscita ad inizio partita su Pavoletti. Poi una gara da spettatore ad ammirare il dominio dispotico dei compagni sul rettangolo di gioco. Basti pensare che la prima – e unica – parata arriva comoda su una conclusione telefonata di Deiola all’81’.
Hysaj 6: L’assetto dell’undici in campo di Rastelli abdica alla disfida sugli esterni. Tutto fin troppo facile per il classe ’94 di Scutari, che domina ogni confronto con i diretti avversari e prova anche a proporsi.
Albiol 6,5: Ritrova la titolarità dopo due assenze tra campionato e Champions, riporta in dote il solito carico di esperienza, qualità in impostazione e capacità nel guidare con naturalezza assoluta la linea. Il Cagliari non trova mai la via dei pali di Reina, così per chiarire il quadro.
Koulibaly 7: Gli avanti di Rastelli provano, anche, a metterla sul piano del movimento. Il franco-senegalese può anche lasciar sfilare – comunque davvero di rado – qualche metro, ma non concede mai tregua. Ormai ha anche assaporato il dolce retrogusto delle variazioni sul tema, la dimostrazione nello spunto del 3-0 con disinvoltura da centravanti di mestiere.
Ghoulam 6,5: Come per Hysaj gli affanni sugli esterni non sono eccessivi, anzi. Funge quindi da vero e proprio punto di riferimento offensivo, alternando tagli a sovrapposizioni. Le condizioni non ottimali ad inizio gara non inficiano sulla prestazione dell’ex Saint’Etienne che garantisce, al solito, qualità e quantità sull’out mancino.
(Dall’86’ Mario Rui s.v.)
Allan 7: Forma smagliante: passo, tecnica, forza, lucidità nella gestione della giocata. Sul centrodestra è un riferimento, garanzia. Potrebbe persino puntare con maggiore convinzione al sigillo personale, ma eccede in altruismo. Che si tratti di ripiegare, impostare o ripartire, la sua zona di competenza è una cassaforte di blindata. Sicurezza.
(Dall’81’ Ounas s.v.)
Jorginho 7: Lavoro armonico, prezioso. Oscuro ed efficace allo stesso tempo. Allunga ed accorcia, ovunque nella zona nevralgica del campo. Foraggia sfiorando la perfezione l’ipnotico palleggio azzurro e raddoppia in fase di non possesso. Ed è sua l’ispirata giocata per il tris che mette la gara in ghiaccio ad inizio ripresa. Ventura continua ad ignorarlo, un bene per Sarri…
Hamsik 7: Finalmente Marek, dopo quattro mesi. E lo fa rispolverando il suo marchio di fabbrica: inserimento bruciante a cui far seguire un mancino preciso sul primo palo. Ora il record di Diego Armando Maradona è ad un’incollatura. Il guizzo ritrovato fa rifiorire fiducia nel calcio del capitano, che garantisce qualità alla manovra fino al 90′. Prova anche l’aggancio al Diez, ma con minor fortuna. L’appuntamento con la storia è solo rimandato.
Callejon 6,5: Proiezioni continue tra le linee, mai concesso un punto di riferimento alla retroguardia avversaria. Il vezzo, non più tale, nell’alternarsi con costanza invertendo la posizione con Mertens. Il solito José Maria Callejon, potrebbe bagnare il ritorno nella Roja con un goal da antologia, ma il suo slalom con destro a seguire trova il miglior intervento della gara di Cragno.
(Dal 70′ Rog s.v)
Mertens 8: L’invito con cui confeziona il vantaggio di Hamsik e da ’10’ puro, altro che falso nove. Un filtrante meraviglioso, un cioccolattino che ingolosisce l’inserimento del capitano azzurro. E proprio da ispiratore delizia il pubblico con una serie di giocate sublimi e non sempre colte al meglio dai compagni di reparto. Visione di gioco e talento purissimo, eccezionale regista offensivo. Poi, quando c’è da farlo, il ‘9’, guadagna personalmente il rigore che realizza con potenza e precisione. per il suo nono centro stagionale in dieci gare. Qualsiasi aggettivo ormai sembra sprecato, top player assoluto.
Insigne 6: Numeri d’alta scuola e costanti giocate, non manca neanche il sacrificio a cui ormai ci ha abituati. L’unico appunto è nella minore cattiveria, e precisione, negli ultimi 25 metri, un’attenuante accettabile a margine di una prestazione comunque positiva.