C’è da aspettare ancora un po’ per capire se Sarri davvero chiederà a qualche club di pagare la clausola rescissoria per andare via da Napoli oppure se ne starà calmo a godersi gli anni due anni di contratto che lo legano a De Laurentiis. Il patron l’ha ribadito anche ieri: è innamorato del tecnico toscano ma da uomo di mondo navigato qual è, lascia uno spiraglio con la frase: “Se non dovesse restare, ce ne faremo una ragione ed andremo avanti”.
Nel giugno del 2016 – spiega Il Mattino – Sarri ha rinnovato con il Napoli ottenendo il doppio dell’ingaggio (da 700 mila euro a 1,4 milioni) e liberandosi delle clausole con cadenza annuale che pendevano sulla sua testa e che in pratica consentivano al Napoli, in maniera unilaterale, alla fine di ogni stagione, di decidere se tenersi o meno l’allenatore. ADL sostituì le varie clausola con una clausola liberatoria da 8 milioni di euro.
C’è una novità, però, e riguarda il periodo in cui essa può essere esercitata: dal 2 febbraio fino al 31 maggio 2018. Terminata questa finestra, in automatico scatta un vero e proprio contratto con scadenza nel 2020. Senza altre opzioni e clausole.
Anche la clausola che consente a De Laurentiis di liberarsi di Sarri è valida solo da febbraio a maggio del prossimo anno: con 500 mila euro lordi, il Napoli può rescindere il proprio contratto con Sarri. Ma questa è un’ipotesi che non viene proprio presa in considerazione.
Articolo modificato 7 Ott 2017 - 15:00