Roma-Napoli non può essere che raccontata da chi ha vissuto entrambe le realtà. Tra gioie, dolori, contraddizioni. Raccogliendo il meglio e sopportando il peggio. Come Francesco Colonnese, detto Ciccio, che tra Campania e Lazio ha giocato dal ’94 al ’97. Prima in giallorosso, senza raccogliere i frutti sperati: 5 presenze. Poi all’ombra del Vesuvio e sotto l’ala di Boskov prima e Simoni poi. Circa cinquanta presenze e una Coppa Italia persa solo in finale. L’abbiamo intervistato per farci raccontare Roma-Napoli.
Una domanda a bruciapelo: chi parte favorito e che partita ti aspetti?
“Il Napoli è favorito. Dipende soprattutto dal momento in cui si trova, sta facendo molto bene. Però troverà una squadra sicuramente ostica. Sono convinto che la Roma farà un’ottima partita, una gara gagliarda. Non sarà semplice per nessuna delle due”.
Al di là di Mertens e Dzeko, chi può diventare il protagonista a sorpresa della partita?
“Dico Koulibaly. Sono convinto che farà una grande partita, neutralizzerà Dzeko. Se dovesse riuscirci, diventerebbe un’arma in più molto importante per il Napoli”.
Chi è la favorita per la corsa Scudetto?
“Sicuramente il Napoli”.
Tre anni tra Roma e Napoli: quali sono i suoi ricordi migliori?
“Beh, dell’esperienza napoletana conservo la semifinale di Coppa Italia giocata con l’Inter e vinta ai rigori. Ricordo il rigore di Boghossian, l’esplosione del San Paolo: furono momenti memorabili. Con la Roma invece ho pochissimi ricordi positivi. Giocavo poco, faticavo ad impormi”.
Mazzone, Boskov, Simoni.
“Il rapporto con Boskov fu tormentato all’inizio, poi migliorò in seguito. Con Simoni ho un legame straordinario che tutt’ora conservo. La situazione tra me e Mazzone fu difficile. Io giocavo poco, faticavo a trovare spazio. Malgrado ciò, lo stimo, lo considero un maestro di calcio perché aveva idee giuste”.
E su Sarri e Di Francesco?
“Sarri è un allenatore di grande spessore, un maestro di calcio. Di Francesco mi piace perché sta facendo bene e continuerà a migliorare, è giovane. Non è mai facile fare bene in una piazza instabile come Roma ma lui ci sta riuscendo”.
Ha pensato di riprendere la carriera da allenatore?
“Sì, l’idea c’è, ma mi sono reso conto di quanto sia difficile, di non potercela fare da solo e con solo i miei mezzi. È un sogno che conservo nel cassetto, ma se non dovesse realizzarsi non sarebbe un dramma. Il calcio mi ha dato già tantissimo”.
E la Nazionale? Qual è il problema dell’Italia?
“L’Italia è arrivata seconda, ha fatto un buon girone. Sì, dal punto di vista del gioco si poteva fare meglio, ma con la Spagna davanti era impensabile fare meglio. Forse l’errore di Ventura è stato credere di poter superare la Spagna: le prime amichevoli lasciavano ben sperare. Essere arrivati secondi non è un dramma, io personalmente non mi ero illuso di vedere l’Italia prima”.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 11 Ott 2017 - 18:24