La strada per la vittoria è semplice, ma durissima. Quando s’arriva in fondo, voltandosi, tutto sembra naturale. Però costa fatica, costruirla: quello che il Napoli, stasera, ha iniziato a fare.
Si costruisce, appunto, giorno dopo giorno, con il sudore. Si costruisce, vittoria dopo vittoria, con la concentrazione. Si costruisce, insomma, con la fame d’impresa. Tutto sta in quei dettagli che, a conti fatti, fanno la differenza.
Questo post in breve
Vincere quando serve
Il Napoli ha passato il suo esame di maturità. Poca retorica, tanta, tantissima sostanza: di prosa, tessendo la solita trama fitta. Sfruttando le sbavature giallorosse, restando compatti contro le loro fiammate. Chiudendo gli occhi e pensando solo di potercela fare.
Se ci deve essere un distinguo netto tra questa e le altre stagioni “sarriane”, deve essere la capacità di vincere quando è l’unica scelta.
La conquista dell’Olimpico è l’archetipo dell’occasione sfruttata. Della pennellata giusta, al posto giusto, nel momento giusto.
Lavorare, lavorare, lavorare
Completare il quadro, senza perdersi in inutili ghirigori, sarà compito di mastro Insigne, al centesimo gol, e compagni.
Bisognerà fare il proprio lavoro, aspettando (e sperando) nei passi falsi dei concorrenti. Che, forse mai come quest’anno, mostrano qualche incertezza.
Bisognerà anche saper trattenere il fiato, quando verrà meno. Perché una stagione iniziata così presto, a questi ritmi, può pesare.
Pure se il pre-campionato vecchia maniera – in barba al “calcio moderno” – potrebbe rivelarsi fondamentale.
La strada è questa
Senza girarci troppo intorno, ma serve calma. Ne serve in quantità, perché l’ambiente di fuoco può velocemente bruciare la tranquillità di questa squadra.
Quella che, diciamolo chiaramente, è attualmente la migliore in Italia.
Il Napoli da “bello ma perdente” sta vivendo una metamorfosi, probabilmente decisiva. Ora o mai più: questa squadra ha imparato a essere operaia, quando c’è da farlo.
Quando c’è da stringere i denti contro il vento avversario. Non c’è niente di male. Anzi: le vere grandi sanno adagiarsi sugli spigoli dei rivali. E sanno sfruttare gli assist che la dea bendata serve. Il cammino è appena iniziato, ma il sole non è poi così lontano.
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