Sul Corriere dello Sport di oggi, focus su Manchester City-Napoli. Tra le varie considerazioni espresse, il Napoli viene posto l’accento tra il rischio di imbarcata iniziale e i rimpianti di fine gara:
“Il City è più forte, e si sapeva. Ma il Napoli per un’ora è stato alla sua altezza, e questo non si sapeva ancora. A Manchester ha passato mezz’ora da incubo, rischiando il naufragio, ma alla fine aveva perfino qualcosa da rimpiangere, il primo rigore sbagliato da Mertens. Se non come gioco, almeno come personalità la squadra di Sarri non va bocciata”.
Spazio anche alle analogie tra le due organizzazioni di gioco, che vedono il Napoli essere in Italia una squadra unica, che ha però in Europa una gemella che sa fare il suo gioco ancora meglio:
“Era come se il Napoli giocasse contro se stesso, contro una squadra identica per mentalità, scelte di gioco, occupazione degli spazi, ma in quei minuti molto più forte. Non è abituato a battersi contro il suo stesso calcio: in Italia, il gioco del Napoli è unico, in Europa c’è chi sa farlo meglio. C’è voluta mezz’ora per trovare le contromisure e tornare squadra, ma in quei 30′ il Manchester ha distrutto la sua miniatura e vinto la partita”.
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