“Io e mio padre rimasti all’esterno dell’Etihad, gli Steward ci hanno presi in giro!”

“Siamo partiti da Siena per andare a Liverpool e poi in treno verso Manchester”. Inizia così il racconto di Alessandro. Oltre duemila chilometri per seguire il suo Napoli. Lui, napoletano esule, che di occasioni per ammirare i suoi beniamini non ne avrà molte.

Aveva inseguito e poi carezzato il sogno di vedere il Napoli impegnato nella meravigliosa cornice dell’Etihad, Alessandro. Aveva raggiunto lo stadio con buon anticipo, insieme al padre. Father and son, padre e figlio insieme allo stadio, accomunati dalla passione per il calcio. Una storia da Febbre a 90. Un sogno che presto è divenuto incubo.

Alessandro e il padre, infatti, non hanno potuto assistere alla partita. Sono rimasti all’esterno dell’Etihad, senza la possibilità di raggiungere gli spalti. Colpa loro, probabilmente: la vendita dei biglietti ai tifosi napoletani era riservata esclusivamente per il settore ospite. Alessandro aveva acquistato i biglietti per il settore K: “Gli Steward non hanno la palla magica per leggermi nel pensiero: se fossi stato un italiano tifoso del Manchester?” 

A far imbufalire Alessandro, il comportamento degli Steward dell’Etihad. Irriverente, denigratorio. Come se si stessero beffando di lui, del padre, e degli altri cento tifosi rimasti all’esterno dell’impianto.

“Hanno iniziato a guardarci male fin da subito, – ci racconta – e ci hanno messi in disparte insieme ad altri dodici-tredici tifosi. Ci hanno detto che ci avrebbero fatti entrare nel settore ospite o che quanto meno avrebbero creato un piccolo settore per noi italiani. Ci hanno sequestrato i biglietti, pur continuando a rassicurarci. Dopo un’ora e mezza di attesa eravamo rimasti isolati. Purtroppo non è capitato solo a noi, molti altri tifosi sono rimasti fuori”.

Passano i minuti, fioccano i goal. Il tempo scorre, segna Sterling, poi Jesus, poi Mertens fallisce dagli undici metri e Diawara invece insacca. Ma Alessandro e il padre continuano ad attendere all’esterno dell’Etihad: “Siamo entrati solamente per gli ultimi 5 minuti di match. Per me è stata questa la fregatura più grande”. Nulla da fare. Fischio finale. Sconfitta. Su tutti i fronti.

Poi le scuse degli steward: “Ci dicevano che avremmo dovuto parlare con i responsabili del City”. Per il rimborso del biglietto? “No. Come vuoi avere il rimborso? Secondo il club Manchester city non si potevano dare biglietti a ‘italiani’ ma solamente a inglesi. Come se non esistessero tifosi del City in Italia”. 

Alessandro è venuto a conoscenza solo lì, all’Etihad, della norma imposta: “Il mio obiettivo è quello di raccomandare ai tifosi del Napoli, qualora dovessero tornare in Inghilterra, di non andare nei settori riservati ai padroni di casa. Non sono l’unico ad essere stato trattato in questo modo”. Già, circa un centinaio di tifosi sono rimasti all’esterno, accarezzando un sogno, sfiorandolo, cullando, ma senza viverlo.

“Agli Steward consiglio di comportarsi in modo più educato con i tifosi ospiti. Portiamo pur sempre soldi nel loro Paese” – conclude Alessandro. Che aggiunge: “Non ci tornerò mai più”. 

Una disavventura che certamente lascerà il segno, un malinteso che forse si sarebbe potuto risolvere – da parte degli Steward e dei locali – senza la prepotenza di illudere un gruppo di tifosi.

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