Arkadiusz Milik, attaccante del Napoli, ha parlato rilasciato un’intervista ai microfoni di sportowefakty.wp.pl. Ecco le sue dichiarazioni: “Dopo il primo infortunio al ginocchio non ero a terra né psicologicamente né fisicamente. Mi ha ridato molta forza sapere di prepararmi per la nuova stagione, non avevo alcun fastidio. Questa è una cosa orribile, ti senti impotente quando sai che i tuoi muscoli stanno bene ed il ginocchio è ritornato a dar problemi. Il vero dramma fu lo scorso anno quando mi ruppi in Nazionale.
Adesso almeno so cosa mi aspetta e qual è la procedura di recupero. Avevo paura degli interventi per via dell’anestesia totale. Credetemi, un devasto. Stavolta di nuovo il ginocchio che fa crac, mi sono accasciato e già sapevo fosse grave. Negli spogliatoi il medico mi diceva di non preoccuparmi. Non gli ho creduto ed il giorno dopo mi son reso conto che avevo ragione”.
Sul Chievo: “Prenderò in considerazione tale possibilità . Ne parlerò con la società a dicembre. Mi siederò al tavolo con l’allenatore e lo staff per capire quale possa essere la migliore soluzione per me”.
Sulla condizione attuale: “Sento che la riabilitazione procede al meglio. A fine mese farò un controllo a Roma dal prof. Mariani, Il peggio è passato, il primo mese è stato duro mentre ora dormo sereno. Di notte avevo dolore. Ho iniziato a fare nuoto e anche tanto cardio”.
Sul ritorno in campo: “Dovrei essere pronto per febbraio ma lo farò solo quando lo sarò davvero. I medici dicono che questo infortunio sarà diverso da quello vecchio ed anche i tempi di recupero. Ho visto quello che hanno fatto in Polonia e a Napoli dopo l’infortunio. Ho sentito l’affetto dei compagni di squadra, allenatore e tifosi. Le curve cantavano il mio nome. Per un compagno in difficoltà tutto ciò fa bene”.
Sulla gaffe di Zielinski che dà la sua maglia ad Insigne: “Piotr stava scherzando, consegnò la sua magli anziché la mia per farsi pubblicità . Insigne fece un gesto stupendo, mi sta vicino sapendo cosa vuol dire avere il mio stesso infortunio”.
Sul primo infortunio: “Entrai gradualmente in campo, le pressioni della stampa erano stimoli per me. Ammetto che ero impaziente di giocare. Più pensi e più stai male, ho imparato a non pensarci. Ci sono cose ben più gravi anche se mi brucia guardare i miei compagni e non poter essere in campo con loro”.
Sull’apertura di un ristorante in Polonia: “Sì, si chiamerà Food and Ball. AVrei voluto aprirlo prima dei Mondiali ma ci sono stati dei problemi coi lavori. L’idea è nata da un mio amico, sarà un pub che parlerà di calcio. Saranno diverse le maglie esposte”.
Sul trasferimento a Napoli: “Ero entusiasta. Sono passato da un grande ad un enorme club a livello europeo. Ho sempre migliorato da club a club e così anche dall’Ajax al Napoli”.
Sull’ambientamento: “Al Napoli sono partito benissimo perciò dispiace dell’infortunio. Dopo la tempesta però c’è il sole. Non mi sento una star”.
Sulla differenza tra Napoli e Katowice: “Napoli dà tanto amore in termini calcistici. Non so come sia in Argentina o in Brasile ma non credo esista un posto più caloroso di Napoli. A volte, nel tragitto dall’auto al ristorante, mi capita di firmare una cinquantina di autografi in soli 50 mentri. Mi sono promesso che visiterò il centro della città . Quando la gente ti acclama e sostiene per strada è piacevole. Vivo in una località tranquilla, per raggiungere il centro ci vogliono venti minuti”.
Sulla vita privata: “Gioco a calcio, realizzo i miei sogni di bambino. Non possiamo pensare di giocare ad alti livelli senza che la gente non ci riconosce e chieda foto e selfie. Va accettato tutto”.