Il web un tempo era il luogo in cui si rifletteva la realtà, oggi è la realtà il luogo in cui si riflette il web. Le vicende virtuali influenzano, determinano quelle reali. Ecco che dunque, una somiglianza diventata virale proprio sul web, prende vita fisicamente.
Il fenomeno mediatico di ‘Gomorra – La serie’ è di dimensioni pazzesche ed era impossibile non notare che i suoi protagonisti Ciro Di Marzio e don Pietro Savastano fossero i sosia di Pep Guardiola e Maurizio Sarri. Il web l’ha notato, la realtà si è adeguata.
L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport contiene infatti un’intervista ai grandi protagonisti di Napoli-Manchester City: Sarri e Guardiola. No, non loro, ma i sosia gomorriani: Fortunato Cerlino e Marco D’Amore.
“Sarri non è un capo clan alla Savastano – ha affermato Fortunato Cerlino, alias Pietro Savastano – perché nel Napoli a comandare è il gioco. Sarri non è un capo, semplicemente mette il lavoro a disposizione degli altri per arrivare all’obiettivo comune. Lo vedo più simile al tenente Colombo, sempre lì a cercare il pelo nell’uovo senza tralasciare dettagli e alla fine trova sempre la soluzione”.
Dall’altra parte Marco D’Amore alias Ciro Di Marzio ci tiene a sottolineare la differenza con Guardiola: “È vero che ci somigliamo, ma una differenza c’è ed è il conto in banca“. L’attore però nutre un’immensa stima nei confronti del tecnico catalano: “Ha una cultura, non solo calcistica, superiore agli altri. Al cinema più che Ciro lo vedo come James Bond, ha il fascino del tenebroso e un’intelligenza fuori dal comune”.