La serata di Guardiola al San Paolo ha portato al Napoli ben tre brutte notizie che gli azzurri devono saper gestire nel migliore dei modi.
Questo post in breve
Rischio qualificazione in Champions
La sconfitta, la terza su 4 partite, è dura. Il bel gioco non legittima e non può legittimare il risultato. I dati parlano chiaramente e sono tutti a sfavore del Napoli. La prima brutta notizia è che l’avventura europea rischia di interrompersi in maniera troppo brusca e prematura, al netto del bel gioco.
Il ‘guardiolismo‘ imperante al San Paolo non è stato l’unica causa dei 4 gol subiti dal Napoli, perché se 2 di questi sono la finalizzazione di un contropiede e gli altri di palle inattive, il vero ‘guardiolismo’ c’entra poco. Non è il caso di fare i disfattisti e non ce n’è la volontà – questo a scanso di equivoci – ma i dati che il match ha lasciato sono quanto meno preoccupanti.
Infortunio Ghoulam
In ordine crescente, la seconda brutta notizia è la rottura del crociato anteriore destro di Faouzi Ghoulam. L’algerino si era subito accorto che le sue condizioni dopo l’accaduto non erano positive, anzi. Vederlo uscire dolorante e portare una vistosa fasciatura al ginocchio ha messo in apprensione tutti. La ‘mazzata’ è arrivata poi con l’ufficialità e la realizzazione che il Napoli avrebbe fatto a meno di lui per almeno 4 mesi.
Un colpo duro, durissimo, ancor più della sconfitta, che se ci si pensa è soltanto il rammarico di una notte e qualche giorno fino alla prossima gara di campionato, la sola medicina alla malattia europea. L’infortunio invece non dura qualche giorno e il campionato non andrà a risolvere l’assenza del miglior terzino della Serie A, semmai la amplificherà. Un infortunio avvenuto nel momento sbagliato al giocatore sbagliato.
Dipendenza da Ghoulam
C’è però una terza brutta notizia, forse ancora peggiore della sconfitta e dell’infortunio: questo Napoli è praticamente dipendente da Ghoulam. È una dipendenza che non ci si aspetta, perché l’attenzione va sempre ai tre inossidabili attaccanti che finalizzano le manovre ma si pensa poco a chi invece le costruisce. È stato fin qui il punto fermo del Napoli di Sarri, una pedina fondamentale, forse più di un centrocampo che intanto continua a evolversi e cambiare nei suoi interpreti.
La differenza è stata, immediatamente, netta. Troppo netta. Finché l’algerino era in campo, la manovra era fluida, il Napoli era sicuro e, sopratutto, in vantaggio. Poi l’imprevisto, la variabile che scombina le carte in gioco: l’infortunio. Nei successivi 13 minuti il City ha cominciato a dominare il campo e va citato anche l’ormai fuori moda possesso palla, 66% per gli uomini di Guardiola. Il dato si fa più allarmante per i tiri in porta: 8-0 per i Citizens. Male, troppo male che un singolo giocatore possa spostare così tanto gli equilibri (e lo fa senza dichiararlo).
La vera brutta notizia è dunque la debolezza rivelata del Napoli, non dagli avversari, ma dal destino che ha deciso di privare gli azzurri del giocatore più in forma senza che tutti si accorgessero di questo suo stato. Silenziosamente ha sempre svolto il suo lavoro, ha sempre corso per due – forse per tre – e la copertina non l’ha quasi mai ricevuta. Ghoulam è il simbolo di questo Napoli operaio che i grandi nomi non li acquista ma li costruisce. E ora? Chi lo sostituirà? Parlare di coperta corta ha senso solo in sede di mercato, per ora si pensi a chi c’è già. Finalmente è giunto il momento di Mario Rui, ma forse ci vorrà del tempo prima che carburi, speriamo non l’intero periodo dell’assenza di Ghoulam.
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