INTERVISTA QUAGLIARELLA / Una delle tante sorprese di questo inizio di campionato è la Sampdoria di Giampaolo, che domani sfiderà la Juventus col grande ex Fabio Quagliarella, per cui tiferanno (probabilmente lo fanno già da tempo) i tifosi napoletani. Perché ormai Fabio ha avuto la riconciliazione che cercava con il popolo azzurro, dopo aver superato il suo inferno, come spiega in questa intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, di cui segue qualche passaggio.
Niente spazio per il perdono per chi gli ha rovinato la vita. “Stalker è poco, perseguitato è poco: ha provato a rovinarmi la vita, e siccome nove anni di vita senza un briciolo di serenità non me li ridà nessuno, siccome i danni che ha fatto a me e pure alla mia famiglia non li cancella nessuno, io in questo caso non conosco la parola perdono. Se domani dovesse venire da me, mettersi in ginocchio e chiedermi scusa, non me ne potrebbe fregare di meno: se l’è cercata, se l’è voluta, è giusto che paghi. Poco, purtroppo: io non perdo la fiducia nella giustizia, ma a maggior ragione perché fa parte delle forze dell’ordine, quelle che dovrebbero tutelarci, andava punito. E invece neanche un giorno non dico in carcere ma ai domiciliari: un’infamata. Per questo non si pentirà mai davvero: lui continua a passeggiare per strada come se nulla avesse fatto, è stato trasferito ma continua a lavorare. Lasciatemelo dire: una presa in giro“.
Lo striscione di riconciliazione al San Paolo. “Da giù mi erano arrivati segnali di distensione, però mai avrei immaginato una cosa così. Leggere quello striscione che i tifosi del Napoli misero in curva fu una liberazione almeno quanto poter raccontare l’inferno che avevo passato. Poter ripensare finalmente senza magone a quando il mio procuratore mi disse “Guarda che se firmi per il Napoli ci resti a vita” e io lo guardai strano: “E qual è il problema?”. Quando ci riabbracceremo? Ci siamo già riabbracciati. E’ come se quella maglia l’avessi già rimessa: è stato il mio, il loro, gol più bello. Rimetterla davvero? Essere accostato al Napoli è un piacere ma il suo progetto mi pare proiettato nel futuro, io invece vivo il presente. E il mio presente è la Samp: le devo molto, mi fa vivere sereno. E io sono innamorato della mia serenità“.
Il sogno di conoscere Maradona. “Diego non c’è stato ancora verso di conoscerlo. E pensare che di lui conosco tutto da quando ero bambino, sedevo a terra accanto alla pila di VHS con i suoi gol, convinto di poterlo guardare in tv solo così: dal basso verso l’alto“
Articolo modificato 18 Nov 2017 - 12:05