Reina 5,5: Gli avversari ci provano due volte e in entrambi i casi affondano il colpo. Gli stacchi di Jorgensen e St.Juste sono a un tiro di schioppo e l’estremo difensore issa bandiera bianca, immobile. Gli unici sussulti dalle sue parti, poi deve esclusivamente giostrare palla. E non sempre lo fa al meglio.
Maggio 5,5: Generoso, al solito. La voglia – e la forza – di ripiegare e proporsi mai in discussione. Ma soffre la rapidità e la freschezza degli esterni avversari. Divide, con minori responsabilità, i mancati oneri sullo stacco in totale tranquillità di Jorgensen in occasione del momentaneo pareggio degli olandesi.
(Dal 64′ Mario Rui s.v: Mezz’ora per incamerare metri e minuti nelle gambe, poco altro da rilevare.)
Albiol 4: Sul pari olandese sbaglia completamente il tempo d’intervento e lo stacco in solitudine di Jorgensen è la diretta – e ovvia – conseguenza. Pessimo anche sul colpo finale assestato da St.Juste, nel Napoli che affonda mestamente in terra olandese e saluta con poco onore la Champions League c’è la firma dello spagnolo alla peggiore prestazione stagionale.
Koulibaly 6: Qualche distrazione che riporta in auge vecchi fantasmi, quando da gigante d’ebano mutava spesso in argilla, ma riesce comunque a metterci sempre una pezza di fisico ed esperienza. A lui il compito, vero, di dettare i tempi, 107 palloni giocati con una precisione quasi impeccabile (95%).
Hysaj 5,5: Un’ora sul mancino, oltre mezz’ora sulla destra. Male sul momentaneo pareggio, troppo morbido nel gestire Berghuis che pennella al millimetro per Jorgensen. Ci mette tanta corsa, senza mai tirare indietro la gamba. Ma patisce più del dovuto le sortite avversarie.
Allan 5: Probabilmente l’unica gara in cui non riesce a lasciare il campo a testa altissima. Non per l’impegno, ci mancherebbe, ma per la resa. In difficoltà sia in pressing che sulle seconde palle. Di rado riesce a spezzare la manovra avversaria e garantire le solite ripartenze in rapidità.
(Dal 60′ Rog 5,5: Pronti via e subito mette in mostra il marchio di fabbrica, cambio di passo e dribbling secco lasciando sul posto i suoi dirimpettai. Poi scompare come il resto del gruppo.)
Diawara 5: Oltre al talento la personalità, strabordante. Questo l’assioma nelle prestazioni dell’ex Bologna fin dall’esordio in azzurro, stasera l’uscita è però completamente a vuoto. Errori, troppi, in entrambe le fasi. Lascia il segno esclusivamente con il piazzato da cui scaturisce il momentaneo vantaggio. Spaurito, spesso appare persino in confusione.
Hamsik 5: Il compitino? Neanche fino in fondo. Giostra 95 palloni non raggiungendo neanche il 90% di precisione, senza mai lasciare un’impronta vera sul terreno di gioco. Errori in successione nella scelta della giocata, a volte persino di posizione. L’ombra del record di Maradona può essere uno specchietto per le allodole, ma fino a un certo punto. Manca in tutto e per tutto il giocatore unico ed essenziale negli equilibri della metà campo e non solo.
Zielinski 6: La media sotto rete da sostituo di Insigne è completamente dalla sua parte, freddo nel battere a rete per il vantaggio lampo che foraggia le illusioni, poi smentite dal campo e dalle notizie da Charkiv. Un suo destro a giro è tra i pochissimi lampi del Napoli nella ripresa. Poi poco o nulla.
Mertens 5: Un solo lampo all’altezza del talento del bega: il tracciante col compasso con cui pesca il taglio di Callejon al ventesimo del primo tempo. Poi una costante lotta con i mulini a vento – mai paragone più adatto dato il contesto – in cui non emerge vincitore, mai.
Callejon 5: Da riferimento famelico e costante a corpo persino estraneo negli ultimi venti metri, la metamorfosi del 7 di Motril nelle ultime settimane è ormai stazionaria. Un solo guizzo, ma spreca a tu per tu con l’estremo difensore avversario, nient’altro.
(Dal 76′ Ounas 6: Il filtrante al bacio per Mertens è tra i momenti più esaltanti della gara, basti questo a chiarire il quadro.)
Articolo modificato 7 Dic 2017 - 10:42