Il Napoli non è padrone del proprio destino, non più. Non lo è in campionato, dove deve sperare che l’Inter inciampi (e che lo faccia anche la Juventus) e lo è ancor meno in Champions, dove stasera si affiderà ai propri mezzi ma non solo: dipende dal City di Guardiola. Gli inglesi sono già qualificati da primi, vincere contro lo Shakhtar non cambierebbe il loro cammino in Champions, ma quello degli azzurri sì.
Lo stimolo che possono avere gli uomini di Guardiola è fare il record di punti, dominando un girone che non era semplice e dimostrando una supremazia totale. Quest’ambizione però sembra cozzare con gli interpreti che Guardiola metterà in campo: Phil Foden (classe 2000) e Brahim Diaz (1999). Qualcuno potrebbe pensare “largo ai giovani”, altri più pessimisti direbbero “turnover”.
A Napoli intanto sono sereni, sanno di dover giocare la loro partita prima di tutto, dopodiché confidano nell’implacabile fame di vittoria del City e del suo tecnico. Inutile dunque fare gli scongiuri, ipotizzare ‘biscotti’ e trame oscure dietro la gara di Kharkiv. Guardiola e la sua squadra hanno dimostrato di saper fare una cosa: vincere. Difficile che lo dimentichino proprio stasera.
Articolo modificato 6 Dic 2017 - 08:59