Mentre il Napoli può festeggiare per la vittoria, qualcuno all’interno dello spogliatoio può farlo un po’ meno. Si tratta di Dries Mertens. Il belga non riesce proprio a segnare, restando una nota negativa di questa squadra, che, dal secondo tempo del San Paolo contro la Fiorentina, sembra in ripresa. Ieri 3 gol per gli azzurri, ma nessuno da parte del folletto con la numero 14 sulle spalle. Sembrava essere partito bene, con qualche spunto interessante e qualche buona giocata; alla fine è finito tra i flop, proprio come lo definisce oggi Il Mattino:
“Vagheggia, tocca anche degli ottimi palloni, ma non segna più. Ci mette passione, e con lui tutti i compagni provano a costruire azioni che lo facciano segnare, ma lui sembra lontano da sé stesso, sarà che si sente più Ciro che Dries, nel salto d’identità avrà perso l’indole. Tanto che quando Allan lo mette davanti a Sirigu fa Luther Blissett mandandola alta sopra la traversa, divorandosi il quattro a uno, più un gol per sé che per il Napoli. Ci prova, ma tutto quello che prima era facile ora non lo è più. Prolunga le esitazioni dove prima c’erano tocchi in sicurezza, fa calare una indole fosca dove prima c’erano sorrisi, e, oltre non vedere compagni liberi, non vede più la porta. Passerà. Ma intanto s’incarta, s’imbottiglia, impigliandosi nell’inganno. E più crescono gli appelli al gol da parte dei compagni, più lui li manca. Sguscia, ma lo riprendono. Prova ad aprire, ma lo intercettano. Va in dribbling, ma un rimpallo, un piede, un tackle lo fregano. È un Mertens al rallenty. Fuori dal campo conserva la vanità che lo porta a scherzare, ma in campo ci va con una cupezza che non aiuta. E l’assenza del gol gli rimane addosso, come a tutti gli attaccanti ai quali si restringe la porta. Gli tocca lavorare il doppio per superare l’oscura distanza che lo separa dal vero Mertens, fin quando segnano gli altri ha tempo, per ora si mette in salvo dai tormenti rimanendo fuori dalla cornice d’attacco, ma non dalla malsana prestazione“.