“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Antonello Venditti. È più o meno così la storia dell’amore (quasi) impossibile tra il Napoli e primo posto. Si vogliono, si corteggiano, si piacciono, stanno insieme per un po’ ma poi sembra tutto svanire, proprio come gli amori impossibili dei film o delle canzoni.
La testa della classifica si è allontanata per qualche settimana da Napoli e dal Napoli per fare una breve visita a Milano nell’attesa che gli azzurri riscoprissero la propria identità e mettessero fine a una sorta di pausa di riflessione. Ci si è incontrati e ritrovati in un pomeriggio inoltrato di Torino e lo si è fatto in grande stile, festeggiando il ritorno della serenità che passa per due risultati uguali: 1-3.
Un infortunio, fisico e metaforico, aveva fatto sedere il Napoli e Insigne. Entrambi sono tornati contro il Torino, ritrovando il proprio valore, la propria brillantezza. Ma non finisce qui, perché ci sono stati altri due meravigliosi ritorni. Il primo è il primato in classifica, una boccata d’ossigeno, la possibilità di non dover inseguire gli avversari ma soltanto sé stessi verso un obiettivo ben definito. Il secondo ritorno, anche questo da primato, è ovviamente quello di Marek Hamsik, e c’è poco da aggiungere.
In una giornata che sa di riscatto è dunque d’obbligo tornare a pensare in grande e riaprire i cassetti per rispolverarne i sogni, pentendosi di averli messi da parte troppo presto. È un ritorno al futuro che riprende in mano forze e identità che il passato più recente aveva quasi fatto dimenticare. Perché ora il Napoli questo deve fare: guardare al futuro, guardare avanti. Avanti al ritorno, al girone di ritorno, quando la sfida col Torino sarà ancora più importante; magari, per una nuova, storica svolta.
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