Sepe 6: Esordio dal primo minuto al San Paolo con la maglia azzurra vissuto con totale nonchalance, qualche uscita e nient’altro.
Hysaj 6,5: Studia da Ghoulam, o quasi, il cuore della manovra passa quasi sempre dalle parti del classe ’94 di Scutari chiamato nuovamente a gestire un’importantissima mole di palloni. Lo fa e bene, mettendoci il solito dinamismo accompagnato da accortezza in fase difensiva.)
Koulibaly 6: In tanti tirano il fiato, lui no. Ritrova energie gestendo con sicurezza e totale controllo gli avanti avversari. Serata da emicranea per gli attaccanti friulani.
Maksimovic 6: Tasta il terreno di gioco dopo quasi tre mesi. A qualche incertezza iniziale rimedia alla distanza, guidando la linea con disinvolutra e – quando chiamato in causa – con interventi precisi.
Maggio 6: Pezzella ha tanto da dimostrare e il catino di Fuorigrotta è il palcoscenico adatto. La verve del giovane napoletano non intimorisce l’esterno azzurro che bada al sodo, con esperienza. Senza mai far lesinare il suo apporto sull’out destro in ambe due le fasi. Qualche imprecisione nel fraseggio ma la condizione è eccellente.
Rog 6,5: Voglia, carattere. L’esordio stagionale dal 1′ lo vede promosso a pieni voti. Spezza il gioco avversario e riparte, proponendo sempre il meglio della casa, cambi di passo a cui gli uomini di Oddo rimediano di rado. E a fatica. Ed è proprio da un suo spunto che nasce il vantaggio di Insigne.
Jorginho 6: Sicuro nel gestire il pallino del gioco, pronto quando c’è da schiacciarsi a schermo davanti al difesa. Il solito Jorginho in una serata senza eccessivi patemi.
Zielinski 6: Ritrova il suo ruolo originale dopo le divagazioni – soddisfacenti nei numeri ancora migliorabili nelle prestazioni – da Vice Insigne. L’apporto al palleggio è soddisfacente. Ed è tra i pochi a provarci sibilando da fuori quando gli spazi vengono a mancare nella prima fase di gara.
Giaccherini 5: Sessanta minuti nelle gambe dall’inizio di questa stagione. E la resa non mente, è in costante affanno sui raddoppi della retroguardia avversaria. In una serata ‘sperimentale’ è tra quelli che meno lasciano il segno. Avulso del gioco, quasi un corpo estraneo. Raramente riesce a imprimere i necessari cambi di ritmo. Dai suoi piedi le insidie sono un’eccezione, vedi l’azione che porta al palo di Ounas.
(Dal 58′ Insigne 7: Con lui la musica da strimpellata diventa sinfonia, di quelle che travolgono e avvinghiano, con impeto. Entra ed è subito nel vivo del gioco, ma la battuta a rete non trova lo specchio. Al 70′ per Scuffet non c’è scampo, l’inserimento è preciso, la conclusione col mancino a incrociare ancora di più. Gol partita, ma non si ferma lì. Le combinazioni a ispirare Mertens sono un regalo all’estetica, meno le concretizzazioni del belga. )
Callejon 5,5: La prima occasione è per lui poco prima della mezz’ora, attacco della profondità perfetta, meno la conclusione. Nella ripresa spreca altrettanto, forse anche di più, a due passi da Scuffet. Il ruolo è inusuale, certo, ma lo è anche la freddezza sotto rete che continua a latitare.
(Dal 58′ Mertens 6,5: Il gol, come per Callejon, è sempre più distante nel tempo – 29 ottobre scorso – ma il belga ha il merito di impattare al meglio sulla partita con ritmo, talento e vivacità. L’assist per Insigne è la solita prodezza.)
Ounas 6: Il classe 96′ ex Bourdeaux è vivo, prova a metterci del suo, negarlo sarebbe fare un torto alla prestazione dell’algerino. Ma si perde troppo spesso in eccessi di timidezza. Un lampo su tutti: il palo alla mezz’ora del primo tempo. Poi tante conclusioni lontane dal bersaglio.
(Dal 75′ Allan s.v.)