Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, ha parlato in conferenza stampa al termine di Napoli-Sampdoria. Queste le sue risposte:
Sei molto soddisfatto della gestione o pensavi che si potesse fare qualcosa in più? “Penso che il primo tempo sia andato su ritmi che il nostro campionato vede molto raramente, non sembrava una partita del campionato italiano. Credo che questo sia stato pagato da entrambe le squadre. Non sono contentissimo della prima parte del secondo tempo, ma sono contento degli ultimi minuti, quando in dieci abbiamo chiuso bene e creato anche un paio di palle gol”.
“La Sampdoria uest’anno è stata l’unica squadra che è venuta al San Paolo a giocare e questo ha contribuito allo spettacolo. Poi una serie di episodi ha portato la nostra reazione su ritmi che non potevano essere mantenuti per ottanta minuti”.
Il primo tempo ti ha stupito? “Sicuramente è stato una delle partite più belle di questi tre anni. Oggi abbiamo trovato una squadra che voleva giocare a calcio e quindi è uscita una partita bellissima, uno spot per il calcio italiano, sia per meriti nostri che loro”.
La tua valutazione sulla sosta che arriva a metà gennaio, se può condizionare la ripresa della squadra: “Parlare di una squadra che sembra in ripresa mi sembra un po’ eccessivo. La squadra ha fatto 96 punti in un anno solare. Come ogni squadra puoi avere 10 giorni di minor brillantezza, ma continuerà a fare il suo gioco, che è quello che la valorizza meglio. Credo che sia giusto giocare durante la sosta perché bisogna giocare quando la gente ha tempo di godersi lo spettacolo. Non c’è sport che in piena attività consente agli atleti di non allenarsi per sette giorni, questo mi dà un po’ di preoccupazione”.
L’esultanza era dovuta anche alla sconfitta dell’Inter? “Della sconfitta dell’Inter in campo non ne sapevo assolutamente niente. La partita è stata tosta e se lo è stata in panchina lo è stata sicuramente per il pubblico, quindi l’esultanza era anche per loro”.
Una curiosità: dopo gli isterismi a cui abbiamo assistito, letto, è morto il re è vivo il re. Questi isterismi l’hanno fatta sorridere, dispiacere, o hanno dato l’idea che ci sia qualcuno che vuole destabilizzare l’ambiente?
“A me non ha fatto né caldo né freddo, perché non ascolto gli elogi e le critiche. Se poi c’è un tentativo di stabilizzazione è un bel segnale, e non è detto che non ci sia”.
Cosa cambierei nel calcio? “Un calendario che costringe un calciatore a giocare dalle 64 alle 74 partite in un anno. Se fossi nell’associazione dei calciatori mi batterei per evitare di star fermi sette giorni, perché non accade in nessuno sport”.
Cosa prometto ai tifosi per il 2018? “Prometto l’impegno, che è quello che abbiamo fatto fino ad ora. Non si può promettere risultati perché sarebbe da folli, non si può promettere di essere i più forti di tutti perché sarebbe da presuntuosi”.