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Careca: “Napoli da scudetto? La Juve è più completa e arriva dove vuole”

Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia è tempo di puntare di nuovo forte sul Campionato. Ci sarà un mese di campionato, tra partite ostiche ed abbordabili, prima di arrivare a giocarsi gli ottavi di Europa League contro il Lipsia. Ma ora testa alla sfida di domani, dove al San Paolo arriverà un Verona che ha raccolto un solo punto nelle ultime 5 gare. Proprio dal Veneto arrivano le parole di un ex Napoli, Antonio Careca; infatti il brasiliano ha rilasciato un’intervista per L’Arena, giornale locale veronese:

Napoli-Verona allora era davvero il Sud che sfidava il Nord? Era più di una partita di calcio?

Per i tifosi probabilmente sì, per i giocatori no. Noi guardavamo al campo, alle difficoltà che certi avversari come il Verona ti davano sempre. Anche se i veri bivi del campionato erano sempre i momenti in cui incontravi il Milan, la Juventus o l’Inter. Non era Nord contro Sud. Era Napoli contro Verona. Solo questo. Era la gente che aveva un’altra visione“.

La Verona di oggi per Careca?

È una città che mi sta piuttosto simpatica. Bella da vivere. Una volta io giravo l’Italia solo passando fra stadi, alberghi ed aeroporti. Era la nostra vita. Difficile ricavarsi del tempo nelle trasferte. Giocavi e tornavi a casa. Adesso naturalmente ai miei occhi tutto è diverso. Ora le cose posso vederle in modo più globale. All’epoca affrontare il Verona non era mai semplice“.

Napoli-Verona di adesso invece è già segnata?

Durante la settimana non puoi che dire questo, ma le partite si vincono sul campo. Certo, il Napoli è favorito. È naturale che sia così. Ma non è detto che finisca come dice il pronostico. Nel calcio non si sa mai. E il Verona mi sembra una squadra viva“.

È il Verona che ha costruito il suo amico Fusco…

Vero, un amico anche se arrivò al Napoli quando non c’ero più. È bravo Fusco, è svelto, dinamico. Conosce il mercato, soprattutto quello sudamericano, ma non solo. Sa fare il suo mestiere. Il Verona è in mano ad un bravo dirigente“.

E il lavoro di Pecchia?

Da allenatore lo conosco poco, in campo però era un giocatore molto bravo. Le conoscenze della materia certo non gli mancano“.

Il Napoli può vincere lo scudetto?

Può riuscirci, ma la Juve francamente la vedo più forte. Ha una rosa più ampia e alla fine arriva sempre dove vuole. Al Napoli manca qualche giocatore. Alla lunga la profondità della rosa fa la differenza, anche se il lavoro di Sarri è stato eccellente. Basti guardare alla qualità del gioco. Servirebbe però più continuità. Il Napoli comincia sempre bene, ma qualcosa alla lunga paga sempre. Nonostante tutto la squadra ha le qualità per vincere lo scudetto, anche se sarà difficile“.

Al Verona invece basterebbe salvarsi…

Tutto è possibile, la classifica è molto corta ed il campionato parecchio equilibrato anche in basso. Il Verona ha le stesse possibilità di tante altre squadre“.

Il dibattito di sempre: meglio il calcio di allora o meglio questo di oggi?

Molto meglio il nostro. A quel tempo in campo c’era più allegria, più fantasia, più creatività. C’era anche la tattica, ma alla fine era il grande giocatore a fare la differenza. Tutto era nelle sue giocate. Nonostante certe marcature a uomo, nonostante la forza di certe difese. Lo spazio riuscivamo a crearcelo lo stesso. Noi avevamo velocità e tecnica superiori. Basti pensare a Maradona, ma non solo a lui. Adesso qualche momento di alta qualità capita di vederlo, però dura troppo poco. Dieci minuti, poi è la solita storia. Tutto più monotono“.

A proposito di difese: i marcatori che proprio non sopportava?

Vierchowod era il più duro. Uno tosto, non mollava mai lui. E naturalmente Baresi, fortissimo davvero. C’erano poi Ferri, Costacurta, Pasquale Bruno, Brio. L’Italia era piena di ottimi difensori. Anche se per me non faceva tanta differenza. Io cercavo di guardare oltre“.

Articolo modificato 5 Gen 2018 - 09:56

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Scritto da
redazione