Lo storico preparatore atletico di Diego Armando Maradona, Fernando Signorini, ha parlato del suo passato e del El Pibe de Oro ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli:
“Quando arrivammo con Diego a Napoli eravamo sconvolti, ma Josè Alberti ci disse che dopo un anno in questa città l’avremmo amata per sempre, ed aveva ragione. Ho deciso di essere napoletano, sono nato in Argentina ma credo che questa città sia unica al mondo. Qui mi sento a casa. Ho parlato con Raffaella Iuliano, figlia del grande Carletto, e le dissi ad inizio stagione che, arbitri permettendo, questo è l’anno del Napoli. Gioca il miglior calcio d’Italia, senza dubbio. Il suo problema è nella rosa: forse sarebbe necessario uscire dalle Coppe per concentrarsi sul campionato. Per gli azzurri sarà fondamentale gestire le forze, la rosa è ridotta rispetto a quella della Juve”.
Arbitri? “In Argentina diciamo che il pesce grande mangia quello piccolo, purtroppo a volte succede. Credo che al mondo non ci siano Vecchie Signore come quella che c’è in Italia, che ha bisogno di trappole per vincere. Le altre sono molto più oneste”.
Maradona? “Ci siamo risentiti dopo 14 anni e tra noi c’è sempre un grande rapporto. Lo sento poco perché, come diceva Borges, l’amore deve essere alimentato ogni giorno, l’amicizia no. Diceva sempre, dopo lo scudetto, che finalmente sentiva di aver vinto un titolo a casa sua, più anche del Mondiale 1986. Per quest’avventura dobbiamo tanto ad Antonio Juliano, fu lui il primo a credere nel sogno di questa trattativa.
Higuain? Diego non avrebbe mai fatto quella scelta, ebbe varie offerte ma le ha sempre rifiutate tutte. Nel ’94 fece di tutto per arrivare al Mondiale , mise da parte la sua dipendenza dalla droga per riuscire ad arrivarci in forma. Il suo caso fu strumentalizzato, Diego fu utilizzato come “moneta di scambio” e non è un caso che, dopo la sua squalifica, Grondona divenne il segretario delle finanze della FIFA. Romario mi raccontò che quando seppero della squalifica, stapparono una bottiglia di champagne, perché erano convinti di vincere come poi accadde.
Maradonna-Messi? Non so cosa avrebbe fatto Leo nel primo Napoli di Diego, che era una squadra da retrocessione. Lui nel Barcellona ha avuto Xavi, Iniesta, Suarez e Neymar…”.
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