Iniziano ad essere tante le reti di Marek Hamsik, tanto da superare un certo Diego Armando Maradona. Ma l’attuale capitano azzurro le ricorda tutte lucidamente, e di alcune ne ricorda le particolarità nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, di cui proponiamo un estratto.
Gol più bello. “Quello con il Milan: settanta metri di campo, palla al piede, senza vedere niente intorno, con lo sguardo perso, mentre mi avvicinavo alla porta avversaria. Quasi senza pensare, sino al limite area: tiro, no finto, Kaladze va da una parte ed io calcio e segno sul primo palo“.
Gol più emozionante. “Il 3-2 a Torino in casa della Juventus, per come è maturato, visto che eravamo andati in svantaggio per 2-0, per quello che sapevo valesse per la città. Poi l’abbraccio a peso morto su una parte della tifoseria che incrociai mentre correvo come un matto. Quella sera ho capito più di ogni altra volta cosa significasse vincere con i bianconeri“.
Gol più romantico. “A Bratislava, contro lo Slovan, con tutta la mia famiglia in tribuna, tra i miei amici, tra la mia gente, con quello che ti riesce di vivere dell’infanzia, dell’adolescenza, di momenti che rimangono dentro per una vita intera“.
Gol più classico. “A Palermo, diciamo quello del 2008 per semplicità; o potrei dire anche uno dei tanti che ho segnato ad una squadra che evidentemente mi ispira. Prima che ne facessi tre al Bologna, era con il Palermo che mi accanivo“.
Gol più esagerato. “Mi viene da pensare a quello in Romania, a Bucarest, sotto di tre gol dopo un quarto d’ora, poi accorcia Vitale nel finale del primo tempo. Io tiro da venticinque metri e prendo con un diagonale l’incrocio. Il resto lo fa Cavani, al settimo di recupero. Ma il 3-2 ci diede la scossa per crederci“.
Gol più prezioso. “In finale di Coppa Italia, la prima, a Roma contro la Juventus. E’ la legittimazione di un ruolo. Stavamo crescendo, ma ci mancavano i successi: con quello, è cominciata la nostra piccola stagione, perché poi ne abbiamo raccolti altri due. Ma quella fu la scoperta della gioia“.
Gol più pazzo. “Forse a Marassi, contro il Genoa, nel 2013, altra partita strana: eravamo reduci dal successo sul Dnipro, con poker del Matador, ma ci trovavamo due volte in svantaggio. E sul 2-2, al novantesimo, cross dalla destra di Mesto, mi sembra, ed io di testa in tuffo faccio 3-2, prima che Insigne chiudesse con il quarto gol“.
Gol più potente. “Si può scegliere, perché ne ho fatti alcuni simili. Penso a quello con il Catania, girata di sinistro al volo, su una palla che rotolava ali limite area. Trovai un angolo di passaggio impensabile e l’incrocio dei pali. O anche Istanbul“.
Gol più elegante. “Non mi è mai dispiaciuto quello con la Sampdoria, lo slalom nell’area di rigore avversaria, un palleggio mi sembra anche con la suola“.
Gol più inaspettato. “Dubbio: uno dei tre a Bologna, all’incrocio; la staffilata a Istanbul, che m’è venuta così, quasi all’improvviso. E’ vero che l’avevo preparata, ma temevo che uscisse il difensore a chiudere“.