In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris, ha toccato numerosi temi che spaziano dal calcio alla città. Eccone i passaggi fondamentali.
Sindaco, da quando e quanto è tifoso degli azzurri?
«Il primo abbonamento è datato 1984, l’anno dell’arrivo di Maradona. Ricordo come fosse ieri l’annuncio dell’acquisto del Pibe. I due scudetti li ho vissuti dagli spalti, ho lasciato il San Paolo quando sono diventato magistrato».
Adesso qui si sogna il terzo titolo. È lecito pronunciare la parola scudetto in una città così scaramantica?
«Vede quanti corni ho nel mio studio? Diciamo che adesso iniziamo appena a sussurrarla. Tuttavia, devo ammettere che già in estate si aveva nitida la percezione: questo potrebbe essere un anno speciale».
Cosa vorrebbe dire il tricolore per Napoli in questo momento?
«Avrebbe un significato diverso dai primi due, allora era il simbolo del riscatto di una città in difficoltà mentre oggi sarebbe l’emblema di una Napoli che ha già rialzato la testa e che cammina, anzi corre, allo stesso ritmo della squadra».
Certo, questa Juve è una brutta cliente. Quanto le fa paura?
«È un bel testa a testa e di sicuro ci sarebbe un gusto particolare nell’arrivare davanti proprio ai bianconeri di Gonzalo Higuain. Il duello Sud contro Nord qui è ancora molto sentito e questo rende ancora più intrigante la sfida per il primato. Comunque, mi piace sottolineare come la squadra di Sarri riscuota le simpatie di tutta quella parte dell’Italia che non tifa Juve».
Vuol dire che il Napoli è più «affascinante» della Vecchia Signora?
«Ai sostenitori neutrali piace il calcio che praticano Hamsik e compagni e piace questo allenatore, che io non ho avuto modo di conoscere bene ma che ho sempre sostenuto perché umile e passionale. Il segreto di questo Napoli è il suo gioco di squadra, ragion per cui Sarri è il simbolo di questa meravigliosa cavalcata».
I suoi rapporti con De Laurentiis, invece, attualmente come sono?
«Non sono mai stati semplici ma sempre assolutamente cordiali. C’è dialogo e confronto, però questo è il momento di evitare polemiche su argomenti quali la convenzione o la transazione tra Comune e società perché la squadra è prima in classifica e dobbiamo remare tutti dalla stessa parte per cercare di raggiungere un obiettivo storico come il terzo scudetto».
Ma quali interventi sono previsti a breve al San Paolo?
«La pista d’atletica non sparirà, anzi verrà messa a posto. Le priorità, comunque, al momento sono altre. Saranno ristrutturati i bagni e sostituiti tutti i seggiolini».
Sperava che il Napoli facesse qualcosa in più sul mercato?
«Le aspettative si sono esaurite il 31 gennaio, ora è solo il momento di fare il tifo perché Napoli vuole vincere».
Da ex magistrato, sindaco e tifoso, le piace l’introduzione della Var?
«Sono favorevole, è uno strumento di giustizia. Talvolta, come nel diritto, il problema è l’interpretazione delle norme e, nel caso di specie, del protocollo che sovrintende all’utilizzo della Var. Comunque, diciamo che i napoletani adesso si sentono più tutelati».
Un auspicio per questo finale arroventato di stagione?
«Che i tifosi azzurri possano liberamente andare a Torino a sostenere la squadra nello scontro diretto con la Juve».
Un auspicio, invece, per la sua Napoli?
«Non sempre l’immagine che viene fornita della città è corrispondente al vero, sarei felice se qualcosa in tal senso cambiasse».
Cosa, invece, rappresenta lo sport per Napoli, in termine di immagine ma non solo?
«Innanzitutto, è stato fondamentale in questi anni perché ha dato lustro alla città: le Word Series di Coppa America di vela, il Giro d’Italia e la Coppa Davis ci hanno rimesso positivamente al centro dell’attenzione dei media di tutto il mondo. Domenica si è corsa la Napoli City Half Marathon, un successo sportivo visto il numero di partecipanti (5296 i «finisher», ndr) ma anche organizzativo per il pubblico che si è riversato in strada e il supporto fornito dai 600 volontari. L’anno prossimo con il completamento dei lavori su via Marina spero sia possibile far rinascere anche la maratona. Gli sportivi vivranno in una città d’avanguardia».