Il giornalista Italo Cucci, attraverso il suo consueto editoriale per il quotidiano Il Roma, analizza il momento del Napoli facendo un parallelo tra quella che è la gestione della squadra da parte di Maurizio Sarri, paragonandolo all’ex CT campione del mondo ’82 Enzo Bearzot. Questo l’articolo:
“Non sono mai entrato nel laboratorio del dottor Sarri – che mi risulta peraltro vietato ai curiosi o ai potenziali imitatori – ma nel tempo mi sono fatto un’idea del suo
lavorar segreto sulla bellezza. Io sono di scuola pragmatica, antepongo il risultato al bello e ho molto apprezzato la svolta del Napoli verso la concretezza effettuata in questo campionato; e tuttavia quando vedi Napoli-Lazio, registri l’ennesima partenza ad handicap degli azzurri, immagini che il logorio fisico e mentale cominci a far danni e all’improvviso esplode una delle più belle partite della stagione con goleada, ecco la necessità di approfondire, di capire, di spiegare.
Per me Sarri lavora forte sull’uomo, calciatore e persona insieme. Quando ha perso Milik ha lavorato su Mertens che per fortuna ci ha messo poco a diventare vero e non finto nove perché sapeva giá di esserlo fin dai tempi di Benitez, quando doveva fare la staffetta con Insigne. Ha avuto più difficoltà, il dottor Sarri, a ricostruire l’Insigne che gli serviva, a cominciare dal freno imposto alla sua smania di far gol che gli faceva sprecare palloni: c’è riuscito, e Lorenzo è diventato uno dei migliori talenti nazionali sacrificando l’ego, anche se ogni tanto bisticcia col maestro. Per farla breve, mi sono immaginato pari impegno con Koulibaly, con Hysaj, con Jorginho, Allan, alcuni nuovi (altri sono finiti in naftalina o spediti altrove perché incapaci di adattarsi) e con lo stesso Hamsik, tenuto letteralmente in gara quando lo si dava stanco e depresso.
Mi si dirà che questo deve fare un allenatore, e lo so bene, ma so anche quanto conti l’intensità del rapporto. Con il maestro che sa farsi anche padre. M’è venuto in mente, nel seguire l’evoluzione di certi giocatori, come lavorava il mio amico Bearzot, che certo non poteva trattare allo stesso modo la depressione di Rossi, l’emotività che faceva fragile Conti, l’ipertensione nervosa di Tardelli. Ricordo di avere raccontato – e nel laboratorio del dottor Bearzot ci ero entrato – che Enzo non allenava solo giocatori ma uomini. I due personaggi hanno poco in comune, sicuramente il metodo di operare. Cercando – e ottenendo – i risultati con la bellezza. Ecco perché è sbagliato, secondo me, attribuire a Sarri una condotta sacchiana. C’è di più. Il suo avversario ormai tradizionale, Allegri, è allievo dei grandi maestri italiani studiosi di tattica, segue la strada di Lippi, tanto per dire. Il loro duello è cosí importante tecnicamente che me lo ha fatto definire…spagnolo, Napoli-Juve come Barça-Real“.