Si faccia una domanda e si dia una risposta

Mai banale, sempre concreto e con messaggi sibillini tutti da interpretare. Maurizio Sarri ormai ci ha abituato al suo gioco spumeggiante, ma quando parla in conferenza stampa non è certo da meno. Il Napoli è una sua creatura, che ha visto nascere circa tre anni fa e oggi sta facendo correre a velocità supersonica. Eppure i dubbi sul suo futuro sono leciti: un tecnico così capace, in grado di sbalordire l’Europa intera, fa certamente gola ai tanti top club del vecchio continente. Inoltre la clausola rescissoria da soli 8 milioni di euro rappresenta un’opportunità ghiotta per chi vuole costruire su Sarri un progetto vincente e di sicuro spettacolo.

IL DUBBIO DI SARRI: IL NAPOLI HA MARGINI DI CRESCITA?

Il mister ha però messo le cose in chiaro qualche settimana fa, quando dopo la vittoria di Benevento per 0-2 rispose ad una domanda fatta dai giornalisti sul suo contratto: “L’ultimo pensiero che mi passa per la testa è il rinnovo. Il contratto c’è, prevede delle clausole. Il presidente vorrebbe negoziare, ma l’unica clausola che conta davvero è che io non consideri il ciclo finito o meno. Se considero che il ciclo può proseguire, che ci siano dei margini di miglioramento, il problema non si pone neanche“.

Insomma, il messaggio del mister fu chiaro: con le motivazioni giuste e se la squadra dovesse mostrare ancora margini di miglioramento, allora la permanenza del tecnico in azzurro non sarebbe nemmeno motivo di discussione. E allora la domanda – quasi come Sarri lo chiedesse a se stesso – viene d’obbligo: una squadra che sta strabiliando dal punto di vista del gioco e che in Italia rasenta quasi la perfezione, con l’unico obiettivo che le manca per la definitiva consacrazione individuato nello scudetto, può avere ancora margini di crescita?

SARRI RISPONDE A SE STESSO: SI PUÒ MIGLIORARE!

Si faccia una domanda e si dia una risposta“, una frase storica di Marzulliana memoria ma che in questo contesto calza davvero a pennello. Eh sì, perché Sarri, dopo i dubbi sollevati nel post Benevento-Napoli, oggi è tornato a parlare. L’ha fatto ancora in conferenza stampa, stavolta per presentare la sfida di Europa League contro il Lipsia (LEGGI QUI LA CONFERENZA INTEGRALE). Tra i tanti temi trattati, Sarri si è soffermato in particolare sull’aspetto di crescita della squadra: “Turnover? Spero di essere competitivo, il mio obiettivo è quello, il salto di qualità va fatto da questo punto di vista. Non l’abbiamo fatto quest’anno, abbiamo sbagliato in Champions. Dobbiamo riuscire ad avere la stessa testa per le tre partite settimanale indipendentemente dai campi.

Dobbiamo fare un passo in avanti, l’attenzione è su qualcosa di diverso che ha una sua ragione. Un primo passo va fatto, è quello di avere la mentalità di fare quello che ho detto prima. Ho avuto la fortuna di vedere il Napoli dall’alto, mi dà gusto. Ma dobbiamo crescere, se smettiamo di crescere iniziamo a crollare. Dobbiamo diventare competitivi in Italia e poi in Europa. Ancora facciamo fatica ad avere la mentalità da grande europea, non è colpa nostra ma un pensiero indotto intorno a noi. In questo momento il campionato è importantissimo, ma dobbiamo fare il salto di qualità“.

TUTTA QUESTIONE DI MENTALITÀ

Ecco, rileggendo bene le dichiarazioni sembra chiaro che Sarri l’obiettivo se lo sia dato da solo: la squadra può ancora crescere in mentalità, deve essere in grado di reggere pressione e impegni in più di una competizione. Ma ovviamente, prima di pensare all’Europa, il primo passo da compiere è quello di “diventare grandi in Italia“. E a tre mesi dal termine della stagione sembra improbabile che la crescita mentale del Napoli possa avvenire adesso. Molto più sensato pensare che Sarri abbia voluto mandare un messaggio per il futuro.

Se dovessi vincere il campionato, resterei per provare a rendere grande il Napoli anche in Champions League“, questa una lettura più o meno condivisibile. Il tutto, ovviamente, passa attraverso un’inevitabile crescita dei calciatori già presenti in rosa, ma anche dell’organico attraverso il mercato e di conseguenza anche dalla forza societaria. Tutti obiettivi prefissati, ben chiari in mente. Ma per pensare al futuro ci sarà tempo. Ora bisogna onorare l’impegno in Europa League, ma soprattutto conquistare lo Scudetto per certificare la definitiva maturazione della squadra in Italia.

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Pasquale Giacometti

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