Il calcio totale di Allan Marques

Il valore della rosa azzurra nel corso del triennio griffato Maurizio Sarri ha visto un aumento esponenziale dettato, non solo, dagli innesti garantiti dalle sessioni di mercato, ma soprattutto dalla repentina crescita del patrimonio tecnico già a disposizione durante la gestione Benitez.

Che Koulibaly, Ghoulam prima della catena d’infortuni che ne ha di fatto chiuso la stagione, Jorginho, passando per il trittico offensivo composto da Insigne, Callejon e Dries Mertens, siano giocatori di caratura internazionale è un dato di fatto che poggia le proprie fondamenta nel lavoro svolto in tre anni di record frantumati con l’ex tecnico dell’Empoli alla guida. Giocatori seguiti e apprezzati dai più disparati top club europei. Costantemente monitorati, con il San Paolo che spesso è volentieri diventa tappa obbligata per ogni osservatore che si rispetti.

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SILENZIOSAMENTE

Ma in questo Napoli grandi firme c’è chi silenziosamente, gara dopo gara, proprio quest’anno è riuscito a prendersi la ribalta, cosa persino strana per chi come Allan Marques è sempre stato più propenso a caricarsi sulle spalle la responsabilità di garantire legna, tanta, e fiato – ancora di più – nella zona nevralgica del campo. Due stagioni su buoni livelli dall’approdo alle pendici del  Vesuvio, investimento giusto dopo il percorso  sugli scudi a Udine, un acquisto di quelli destinati a garantire sostanza più che appariscenza. Fiato, gamba, caparbietà, queste le attese, fino al trampolino rappresentato dalla stagione in corso, da trascinatore, assoluto protagonista. Sublimando al meglio una delle tante sfaccettature dell’idea di gioco del tecnico toscano. E se le statistiche da tabellino: 4 reti (record personale) e 3 assist, sono già di assoluto rispetto, non bastano a raccontare cosa rappresenti il volante ’91 scuola Vasco da Gama negli equilibri della mediana partneopea.

DOMINANTE

La gara contro il Lipsia di ieri è uno specchio fedele del peso specifico di Allan in entrambe le fasi gioco. Con un Napoli costretto giocoforza a variare sul tema di una catena di sinistra che nonostante l’impatto sempre più positivo di Mario Rui senza Ghoulam ha perso in imprevedibilità e forza esplosiva è proprio il brasiliano la nuova chiave di volta, con un Napoli che sulla destra ha cominciato a macinare qualità oltre ai soliti, essenziali, chilometri. Nell’agrodolce vittoria in Sassonia c’è tutto il meglio di un interno di metà campo che abbraccia il calcio totale sfiorando l’essenza del tuttocampista, fare tutto, farlo al meglio.

Densità prima di tutto, battendo con piglio e applicazione ogni zolla della propria zona di competenza. Copertura e tempi di reazione eccellenti sulle seconde palle: 6 tackle, 2 intercetti, 3 falli. Marchiando a fuoco il territorio a metà campo. Dati figli del solito dinamismo al quale però Allan accompagna ritmi da samba sull’out di destra, come dimostrato dai 94 tocchi, 64 passaggi e 10 dribbling. E non solo, rapdità di passo e di valutazione della giocata più propizia, ricercando con frequenza la superiorità numerica, lasciando i diretti avversari sul posto. L’istantanea nel numero ubriacante seguito da un filtrante al bacio che da il là alla ripartenza dello 0-2 firmato Insigne. Una prestazione, l’ennesima, importante con l’unico neo in una precisione nello smistare la giocata – 75% – non all’altezza di una media che si aggira ormai costantemente sui 10/15 punti percentuali in più ad ogni gara.

Un giocatore unico per caratteristiche nella rosa di Sarri e proprio per questo indispensabile, che sul campo ha meritato il rinnovo ormai alle porte con scadenza nel 2022. Adatto ormai ad ogni palcoscenico e che oltre alla corsa Scudetto come obiettivo primario ha più di una finestra aperta su Russia 2018. Reclamare un posto nel centrocampo verdeoro del cittì Tite non è più utopia. Sarri, intanto, se lo gode. E un po’ di fierezza per l’ennesimo, piccolo, capolavoro, è più che consentita.

Filtro e copertura, supporto in entrambe le fasi di gioco. E un dominio assoluto sul centrodestra. Fonte grafico: whoscored.com

Edoardo Brancaccio

 

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