Molte delle compagini di Serie A provano quest’anno ad imbrigliare il gioco del Napoli in svariati modi: dal catenaccio al pressing alto, dalla palla a terra ai passaggi lunghi. Una delle soluzioni adottate in questi ultimi tempi, come ha fatto anche il Cagliari, è quella di disputare una partita “maschia”, mettendola sul piano fisico, forse per sfruttare l’unica qualità che al Napoli manca in grande parte: la stazza.
Ci ha provato il Cagliari, giocando una partita di grande aggressività e senza tirare mai indietro la gamba (ne sa qualcosa Barella, che dopo un fallaccio nel primo tempo ha rischiato un paio di volte il secondo giallo). Ma, come successo ad altre squadre, i rossoblu hanno sbattuto più volte contro il muro rappresentato da Allan che, nemmeno a dirlo, è primo nella specialità, con i suoi 7 contrasti effettuati durante il match. Dal suo strapotere fisico è nato anche l’uno a zero, in cui, dopo un recupero palla, il brasiliano ha avuto la forza per dare due metri al suo inseguitore con uno scatto, nell’azione conclusasi con l’assist a Callejon.
Allan è il vero tuttofare del centrocampo di Sarri: colui che lotta come un guerriero sopperendo alla minore aggressività dei compagni di reparto, colui che crea superiorità con i suoi strappi sulla trequarti e, talvolta, anche colui che ci mette la qualità, come ha dimostrato la percentuale del 92,3% di precisione passaggi del match di Cagliari, dietro solo a Koulibaly.
Le prestazioni di Allan con la maglia azzurra lo rendono un osservato speciale anche per la maglia della Seleçao che andrà ai mondiali. Dagli studi Premium era stato snobbato in tal senso nel pre-partita di Cagliari (QUI le dichiarazioni), ma chissà che non si siano ricreduti dopo averlo visto in campo. Siamo sicuri che il ct del Brasile Tite voglia rinunciare a tutto questo?
Articolo modificato 27 Feb 2018 - 01:10