E chi ci credeva più? L’avevamo tastato nelle strade di Napoli, l’umore nero della gente nel commentare l’andamento di questa squadra. È finita. E quando li prendi più? Non perdono una partita. Sì, una serie di commenti che lasciavano pensare al peggio. D’altronde era accaduto tutto in fretta. Troppo materiale da metabolizzare in così poco tempo. Da primi a secondi e a -4 nel giro di dieci giorni. Neppure i più ottimisti avrebbero potuto sfoggiare un sorriso a 32 denti parlando del Napoli.
Il malumore s’è palesato anche ai botteghini: solo 30 mila presenze con il Genoa.
Accade, però, nel calcio, qualcosa di strano: accade che anche i marziani, quelli che sembrano invincibili, scivolano. E spesso in maniera così inattesa da lasciare tutti a bocca spalancata. E non poteva che essere una squadra biancazzurra a fermare la Juve. La stoica Spal s’è arroccata, ha sofferto, ha tenuto botta e fatto un favore enorme al Napoli.
E quindi Napoli, Napoli, Napoli. Con un’attesa spasmodica che non si vedeva da prima di Napoli-Roma. Con la frenesia dei giovani che vogliono fare e strafare. Che spesso porta a sbagliare, ma anche ad imparare. Con la sfortuna che s’abbatte su Mertens e compagni, con le speranze che crollano sui due legni colpiti. Sembra una di quelle notti stregate, dove la dea bendata t’ha abbandonato al tuo destino. Peggio: sembra il demone che ha stregato Napoli-Roma. Forse la ferita aperta dai giallorossi non s’è ancora rimarginata.
Accade anche che qualche tassello, ogni tanto, vada ad infilarsi al posto giusto. E alla fine basta la più banale delle deviazioni per allontanarli tutti, i demoni. Improvvisamente le nuvole scompaiono, la pioggia è solo un ricordo. Sbuca un sole, che è metaforico, almeno per ora. La Primavera è già arrivata, a -2 c’è la sensazione che non tutto sia perso. È bastata una settimana per cambiare tutto. Non è finita.