Chi segna?

Nelle intenzioni d’un San Paolo di trasferta non sarebbe dovuta andare così. S’erano mossi in 8 mila tra Campania (pochi) e regioni limitrofe. Lì, di napoletani trapiantati, abbonda. Non l’avevano sognata così, la Pasqua. Speravano. Sbagliavano. E se l’è rovinata, la Pasqua, anche quel Napoli-agnellino, intimidito e intimorito da un Sassuolo ringhiante.

Il Napoli ha un problema che forse è lato e nasce qualche settimana fa. Perché pur con tutta la paura di commettere un errore fatale, Insigne e compagni – di occasioni – ne hanno avute. Tante, troppe. Senza però agire con parsimonia, sprecando tutto nella foga, con la mente piantata su una tragica fatalità che – alla fine – s’è concretizzata.

Domani attaccheranno Insigne, che di palle goal ne ha avute tre (tutte clamorose) e le ha fallite in modo sciagurato. Il Napoli ha un problema da almeno tre partite. È che il pallone proprio non vuole entrarci, in quella porta. È che Mertens s’è un po’ smarrito e Insigne deve aggiustare la mira. È che si è infortunato Hamsik e Zielinski gira a vuoto. È che in dieci minuti e poco più Milik non può salvare un’intera baracca.

E quindi il Napoli non segna. Fa una fatica tremenda a gonfiare la rete. Parte da Milano e arriva a Reggio Emilia. Due goal nelle ultime tre partite. E goal anomali, alternativi. Albiol, che in Serie A non segnava da due anni, ha sistemato le cose con il Genoa. Un autogol di Rogerio ha evitato la sconfitta a Reggio Emilia. C’è da riflettere, forse da scavare nella rosa per trovare una soluzione alternativa.

O forse c’è solo da fare qualche scongiuro, maledire quella traversa che trema sulla girata di Milik e incrociare le dita.

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