Ieri sera, una straordinaria Juventus, è riuscita nella grande impresa di segnare tre reti in casa dei campioni d’europa del Real Madrid. Questo però, non è bastato alla compagine bianconera per passare il turno, a trenta secondi dalla fine Michael Oliver, giovane arbitro prodigio (33 anni), fischia calcio di rigore per i padroni di casa, trasformato poi da Cristiano Ronaldo. Il fallo commesso da Benatia su Lucas Vazquez, scatena le ingiustificate ed eccessive ire della formazione juventina a partire dal suo capitano, Gianluigi Buffon espulso per proteste, fino al presidente Andrea Agnelli, che invoca addirittura la tanto vituperata VAR.
Il dolore, l’amarezza, la rabbia. Queste sono tutte le emozioni provate da calciatori, dirigenti e tifosi delle Juve alla fine della partita di ieri sera al Santiago Bernabeu. Tutte queste emozioni sono sicuramente condivisibili, perché ieri, Allegri e i suoi giocatori sono stati ad un passo da una delle più grandi imprese della storia del calcio, sicuramente la più grande impresa della storia della Champion League, perché mai nessuno era riuscito a ribaltare un 3-0 subito in casa. Vedersi strappare questo sogno, con un calcio di rigore a trenta secondi dalla fine di una partita perfetta, fa male.
Tutta la rabbia e le ingiurie riversate dal mondo bianconero, nei confronti di arbitro, designatore (Pierluigi Collina) e UEFA tutta cozzano però con quella che poi è la semplice realtà. Il rigore concesso ieri al Real Madrid c’era. Benatia, alto 189cm per 94kg, entra scomposto da dietro, cerca di prendere il pallone dalle grinfie di Lucas Vazquez, 173 cm per 70kg, e per farlo prima si appoggia sulla schiena del madridista e poi lo tocca con la gamba sinistra nel fianco, stop niente da eccepire.
Lo stile Juventus
Non sono dello stesso avviso però i massimi esponenti del mondo juventino, la protesta inizia in campo con l’espulsione di Buffon, che probabilmente chiuderà così la sua storia in Champions con la Juve e continua nel post partita, dove il capitano della vecchia signora e della nazionale azzurra e il presidente Andrea Agnelli danno il meglio di loro. Il tanto acclamato stile Juventus, che spesso gli stessi attori della sceneggiata vista ieri sera richiamano, (molto spesso dopo le vittorie, ndr) viene mandato a quel paese, per lasciar posto ai più beceri insulti. Tra le tante perle rilasciate ieri dai due abbiamo, Buffon: “Un essere umano non può fischiare un episodio del genere, a meno che al posto del cuore non abbia un bidone dell’immondizia”. E continua: “Queste cose le fanno gli animali, non gli uomini”.
Ingiustificabili le parole da parte di chi dovrebbe rappresentare il calcio italiano e la nazionale nel mondo, non solo la Juve. Un uomo di sport, esempio per migliaia migliaia di ragazzi non può esprimersi in certi termini. Buffon deve le sue scuse, non solo all’arbitro ma a tutto il calcio italiano, perché uno come lui non può non capire di rappresentare tutto il calcio italiano e non solo la Juventus, in ogni sua dichiarazione.
Passiamo invece al presidente Agnelli che addirittura invoca il VAR e Collina : “Ci sono paesi che hanno implementato il VAR, il processo di accelerazione va portato avanti anche in Europa. La vanità del designatore, finisce per andare indirettamente a colpire le squadre italiane“. Il presidente della Juve però a quanto pare, non conosce troppo bene il protocollo VAR, dopotutto fino a poco tempo fa non gli andava nemmeno tanto a genio. Il VAR, nel caso del fallo di Benatia, non sarebbe nemmeno potuto intervenire, visto che il contatto c’è stato e non è possibile rilevarne l’intensità questo spetta solo all’arbitro di campo.
Insomma, ieri sera abbiamo assistito alla rappresentazione totale del calcio italiano sotto ogni suo aspetto. Un calcio di campo sicuramente vivo e competitivo, almeno a livello di club, che ha dimostrato di essere ancora una delle maggiori realtà calcistiche al mondo. Un calcio, però, che deve ancora crescere molto fuori dal campo. Troppo gravi le dichiarazioni di ieri, ancora troppo indietro rispetto ad altre realtà a saper accettare la sconfitta e non cercare alibi negli altri, invece di rimboccarsi le maniche per capire dove e se si può migliorare.
Decisamente strano, infine, che pochi media oggi in Italia abbiano sottolineato i deliri di Buffon o dello stesso Chiellini, che ha urlato a Varane “You pay” (“Voi pagate“). Parole pesanti e senza senso, fatte passare quasi come eroiche. Chissà – ci chiediamo – come sarebbe andata se tali dichiarazioni le avesse rilasciate un tesserato del Napoli o lo stesso Maurizio Sarri, a cui non sono state (giustamente) perdonate nemmeno delle battute – a volte anche fuori luogo -, ma con tanto di sorriso sul volto.
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Ilario Covino