Se il poeta perde la sua aureola diventa smarrito.
Manca il sangue negli occhi, la fame di vittoria e soprattutto, la lucidità.
Vietato mollare: un motto che bisogna stamparsi in fronte ma il traguardo è lontano e l’impresa sempre più difficile.
Non serve dare la colpa alla sfortuna delle occasioni non andate a buon fine: è importante farsi un esame di coscienza. La stanchezza dei titolarissimi, il modulo, gli schemi e la testa, la mentalità.
Questi sono i limiti di una squadra che in questa stagione ha fatto sognare i tifosi partenopei con spettacoli e risultati forse mai visti prima e che, ad un mese dal termine del campionato, iniziano a pesare.
Il Napoli è stato vivo dal primo giorno del campionato ed a 6 partite dalla fine, la candela è ancora accesa e non deve essere la cera bollente a bruciare quel che resta.
La fantasia: un altro limite. In Italia ci conoscono a memoria: il gioco degli azzurri è funzionale ed ormai prevedibile per gli avversari. Bisogna saper inventare anche altro per continuare a sorprendere.
Il tiro finale di Milik è suonato un po’ come una sentenza. Mister Sarri non crede fino in fondo nelle capacità dei suoi: si è mostrato troppe volte poco fiducioso in chi, per colpa di una maledizione al ginocchio, non è riuscito a dare fuori il meglio di sè. L’allenatore toscano ha tardato troppo ad effettuare le sostituzioni, e non è la prima volta.
Mertens non è nella sua forma migliore e, qualunque sia il motivo, farsi trasportare dal periodo buio non può portargli frutti. Chi ha preso il suo posto questo pomeriggio, Milik, ha provato a colmare le mancanze del folletto belga cercando di cambiare la storia del match all’ultimo minuto dalla fine, ma è stato frenato dal portiere avversario. Se il polacco avesse avuto più tempo, il risultato finale forse sarebbe stato diverso.
Gli azzurri hanno bisogno di motivazione, coraggio di cambiare e sapersi concedere un rischio in più. Continuare a stringere i denti, non rallentare la corsa per tenere la speranza ancora viva.
La lotta è sempre più dura ma fino al momento in cui la matematica lo permetterà, il sogno non è ancora infranto.
Gaia Martino
Articolo modificato 15 Apr 2018 - 22:01