Il CT della Slovacchia, Jan Kozak, ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi di gonfialarete.com parlando soprattutto di Marek Hamsik, rivelando anche interessanti retroscena. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli:
Marek Hamsik era già una stella della Slovacchia nel 2010: premiato 7 volte come miglior giocatore slovacco dell’anno e dal mese scorso miglior giocatore slovacco degli ultimi 25 anni anni. Che rappresenta Hamsik per il calcio del vostro paese?
“Negli anni Marek ha lavorato sodo fino a diventare, in modo graduale, un giocatore eccellente. Già alla giovane età di 19 anni ha avuto l’occasione di giocare con la Nazionale ed acquisire un’esperienza importante. Ci ha messo poco tempo a diventare uno dei giocatori chiave della Nazionale slovacca ed il fatto di giocare all’esterno in una squadra come il Napoli lo ha aiutato molto da questo punto di vista. Marek è un professionista vero, ama giocare per il suo paese e si fa trovare sempre pronto al 100%. In nazionale ha potuto contare su un gruppo solido che lo ha aiutato ad affermarsi a certi livelli e conquistare il rispetto di tutti a livello nazionale ed europeo. Io l’ho conosciuto soltato dopo esser diventato il CT della nazionale e sono rimasto subito impressionato dalla sua professionalità. Dà sempre il 100%, in partita come anche in allenamento“.
Anche in Italia Marek ha ottenuto una serie di record. Il più importante è stato il divenire, da centrocampista, il primo marcatore della storia del Napoli, superando Maradona. Si è congratulato con lui dopo il congiungimento di quel risultato? È mai stato in Italia a vederlo giocare?
“Ovviamente mi sono congratulato con lui, l’ho fatto attraverso il mio vice Štefan Tarkovič. Stefan viene spesso a Napoli a guardare le partite di Marek dal vivo. Io guardo tutte le partite in TV e quindi ho comunque una buona conoscenza dello stile di gioco del Napoli, di quello che è il loro sistema e dei risultati che ottengono“.
All’epoca in cui è diventato CT, Marek stava vivendo una fase di involuzione con Rafa Benitez prima della rinascita con Sarri. È tutto riconducibile alla posizione che aveva in campo o c’è qualche altra ragione che spiega la differenza di rendimento con i due allenatori?
“Marek è un tipo di persona e di giocatore che ha bisogno di sentire la fiducia del suo allenatore. Inoltre ci ha messo un po’ a maturare completamente come giocatore e quando non gli è stata dimostrata tutta la fiducia di cui aveva bisogno, non è riuscito a brillare come con Sarri. Tre anni fa Sarri ha costruito un sistema intorno a Marek, sistemandolo al meglio in campo, così come con tutta la squadra. Tre anni tuttavia sono un periodo molto lungo e probabilmente è arrivato il momento di cambiare questo sistema. Gli avversari stanno trovando le contromisure per affrontare il Napoli con efficacia. Marek ha già 30 anni e forse sarebbe da prendere in considerazione l’idea di cambiarlo, questo sistema”.
Probabilmente l’eco della grandezza di Marek non si è propagato abbastanza a livello internazionale a causa della sua scelta di diventare una bandiera del Napoli rinunciando a diverse offerte di altri top team. Come giudica questa sua scelta? Gli avrebbe consigliato di fare qualcosa di diverso?
“Si, gli avevo consigliato di lasciare Napoli. Lo feci dopo l’Europeo del 2016, quando a 28 anni era giunto all’apice della carriera. Fisicamente stava benissimo e si stava esprimendo su grandissimi livelli. E’ per questo che mi sono permesso di suggerirglielo, per approfittare di quel momento gli consigliai di cambiare squadra. Ma Marek ama Napoli, lui mette il cuore in ciò che fa e ha deciso di restare. A questo punto credo che resterà in azzurro ancora ed è a Napoli che chiuderà la sua carriera”.
Se Marek è rimasto, è anche per coronare un sogno. Quello di vincere lo Scudetto con il Napoli, cosa che è riuscita soltanto a Maradona, l’ultima volta 28 anni fa.
“Io me lo auguro per Marek e spero vivamente che ciò accada. Ma se devo essere onesto, la Juventus è una squadra più forte, con una maggiore mentalità e una rosa composta da giocatori che hanno un maggior desiderio di vincere”.
Tornando alla Slovacchia, ci sono dei ‘nuovi Hamsik’ che potrebbero emergere nei prossimi anni?
“C’è una nuova generazione di giovani talenti che sta arrivando alla Nazionale e se dobbiamo parlare di giocatori con caratteristiche simili, penso a Ondrej Duda che potrebbe eventualmente diventare il nuovo Hamsik. Ma anche Milan Škriniar, Stanislav Lobotka e Albert Rusnák sono giocatori di sicuro avvenire e rappresentano il futuro della nostra Nazionale”.
Articolo modificato 16 Apr 2018 - 18:39