È successo in un attimo. È stata la svolta, quello scossone di cui il Napoli aveva un disperato bisogno. Quel ceffone in pieno volto che serviva a risvegliare gli azzurri dal torpore e dallo sconforto in cui erano crollati. È stato un gigante nigeriano a pensarci, Simy. Non era al San Paolo, era a Crotone. Il suo goal del pareggio contro la Juve ha risvegliato anche Fuorigrotta. I tifosi hanno fatto il resto, il Napoli è cambiato. Più velocità, meno imprecisione. I calciatori hanno carpito l’attimo, hanno compreso la situazione: si doveva far qualcosa, non tutto era perso, come invece era sembrato al secondo goal di Ingelsson.
Il boato del San Paolo ha messo i brividi anche ai più scettici. Era un arrembaggio, un assalto al potere. E quindi Albiol, per ristabilire un ordine provvisorio. Poi Milik e Tonelli. E intanto un coro che s’è elevato con una convinzione nuova, quel “sogno nel cuore” sbandierato ai quattro venti.
E ora sì, lo si può urlare: a Torino si va per credere in un qualcosa di folle.
Perché, inutile girarsi intorno era una bugia, un segreto. Una bugia smentita, un segreto di Pulcinella. La gara con l’Udinese serviva a poco. O almeno ai tifosi. E anche alla classifica. Serviva una vittoria, e questo resta l’assunto più banale dei novanta minuti odierni. È che forse neppure una vittoria sarebbe bastata a placare quegli animi inferociti dallo 0-0 con il Milan. No, serviva vincere e convincere.
Il Napoli, in campo, non ha convinto al 100%. Ma ha portato a casa i tre punti, recuperandone due alla Juve. E quel boato del San Paolo, beh, è difficile da descrivere. È sperando di vivere emozioni come queste che qualcuno ha comprato il biglietto e – malgrado il pareggio di San Siro – s’è recato allo stadio. Pronto ad urlarlo più forte: “Abbiamo un sogno nel cuore”.