È difficile risvegliarsi da un sogno. Sgradevole farlo con l’amaro in bocca. Sicuramente, però, è quasi impossibile farlo volentieri se non si ha la certezza di come il sogno andrà a finire.
Il pareggio maturato al San Siro cerca in tutti i modi di svegliare il popolo napoletano. L’impresa, ora, appare più lontana, mai così sfocata dall’inizio del sogno, da quel patto scudetto che risale all’estate e che tante aspettative ha suscitato nel popolo partenopeo.
C’è però una certa resilienza della speranza, una scia di pacato ottimismo che continua a vivere nell’ambiente azzurro. Sì, perchè dopo aver sognato tanto, dopo aver toccato con mano la possibilità di lottare fino alla fine, non sarà un periodo no, un po’ di terreno perso a far scemare la fiducia dei tifosi nella squadra di Sarri.
Una stagione importantissima, che ha rispolverato record e per larghi tratti continuato a far stropicciare gli occhi ai più, che impone di mantenere l’umore alto e la consapevolezza che dare il massimo sarà sempre la soluzione migliore e che finchè la matematica non condanna le speranze, il pallone sarà sempre rotondo.
Ritrovare la verve e continuare sulla strada del proprio calcio, che ha portato tante soddisfazioni alla compagine azzurra, appare dunque la soluzione. Poichè la corsa la si può fare solo su se stessi e puntare a compiere un percorso netto, raccogliendo i 18 punti nelle 6 partite che ci separano dal termine del campionato.
La necessità, dunque, di ritrovare i fasti della propria identità ed il dovere di continuare a crederci. Perchè il sogno potrebbe, sì, rimanere un sogno, ma sarebbe un peccato risvegliarsi ancora prima di scoprire come va a finire.
MARCO BREGLIO