Marek Hamsik è sempre stato un osservato speciale. La sua qualità, la sua capacità di stupire che spesso lo ha contraddistinto hanno generato nei tifosi e negli addetti ai lavori un’aspettativa continua nei confronti dello slovacco.
La continuità, però, non è mai stata la caratteristica migliore del capitano azzurro, che, fatta eccezione per la stagione scorsa (2016/17) in cui ha mantenuto un rendimento altissimo se non per tutto il campionato per ampia parte di essa, ha troppe volte avuto un andamento altalenante.
È il caso di quest’ultimo periodo, non particolarmente brillante per parte del gruppo azzurro, in cui il capitano azzurro non sta riuscendo ad esprimere al meglio la qualità del proprio calcio.
Stasera, però, la partita esula da qualsiasi altro discorso, da qualsiasi momento di forma o meno. Stasera il Napoli giocherà una partita dal sapore di storia, in cui il suo capitano e miglior realizzatore della storia ha il compito di trascinare i suoi come tante volte ha saputo fare e diversamente da altre situazioni in cui ha faticato ad imprimere il suo marchio.
Non è però, statistiche alla mano, valutabile come partita complicata la sfida contro la Juventus. Lo slovacco, infatti, che non segna in campionato dalla larga vittoria maturata a Cagliari, ultima vittoria azzurra in trasferta e datata 26 febbraio, ha nella Juventus una delle sue avversarie più stimolanti.
Nella speciale classifica delle vittime preferite da Hamsik, infatti, subito dopo il Bologna, a cui il capitano azzurro ha rifilato 9 reti in 22 gare, c’è infatti la Juventus, contro la quale lo slovacco è andato a segno per 8 volte, al pari dei gol segnati al Palermo.
Stasera i segnali che pervengono sono indicatori di una presenza dal primo minuto per Hamsik, nonostante il periodo non sia dei migliori. Ma quale momento migliore per riscattarsi?
La storia del Napoli passa dalla partita di stasera, la stagione di Hamsik può rivalutarsi in una notte. E chissà che i numeri non possano confermarsi e il capitano tornare a far ruggire di gioia i tifosi azzurri.
MARCO BREGLIO