Un passato amaro, un futuro carico di speranze, ripartendo da un presente in cui confermarsi un punto fermo per il domani.
La stagione di Arkadiusz Milik conta solo 15 presenze (13 in campionato, 2 in Champions League, tra preliminare e girone) di cui solo 2 da titolare. Il motivo, ovviamente, è da imputare all’infortunio al legamento crociato nella trasferta di Ferrara contro la SPAL.
Una assenza importante per il gruppo azzurro, sia per l’impossibilità di attuare rotazioni utili in attacco, sia per la mancata opportunità di variare lo spartito tattico degli assalti del Napoli.
Una figura che più volte sarebbe stata necessaria, anche per mantenere alto il livello delle prestazioni di Dries Mertens, indubbiamente negativamente influenzato dalla necessità di giocare sempre, con inevitabile flessione del rendimento e appannamento del belga.
Il polacco, però, si è preso il tempo utile a tornare in forma soprattutto dal punto di vista mentale, dimostrando in poche gare di essere stato davvero un rimpianto azzurro.
La sua fisicità, la sua potenza e le sue qualità aeree avrebbero davvero fatto comodo al gruppo di Sarri.
Già dopo poche apparizioni dal ritorno in campo, nella sventurata trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo aveva mostrato ottimi spunti e grande determinazione di tornare a fare bene, tornando subito decisivo nella successiva gara contro il Chievo.
Ora, con grande probabilità, Milik indosserà nuovamente una maglia da titolare nella trasferta di Genova contro la Sampdoria.
Un’altra occasione, tra le poche nei due sfortunati anni azzurri, per confermare la fiducia che il popolo napoletano ha comunque più volte mostrato nei riguardi del polacco, per alimentare le speranze dei tifosi per gli anni a venire, in cui finalmente assumere il ruolo del protagonista e trascinare il gruppo nelle aspre lotte e nella concretizzazione del sogno di un’intera città.
MARCO BREGLIO