Il terzino del Napoli, Christian Maggio, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli ripercorrendo questi 10 anni in maglia azzurra. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli:
“Ieri è stata una giornata difficile e che non dimenticherò. Mi hanno salutato ed osannato tutti, mia moglie e mio figlio erano emozionati. Ieri i tifosi mi hanno fatto un regalo bellissimo. Quando sono andato sotto la Curva mi sono passate in mente tantissime cose: i miei 10 anni in maglia azzurra, le cose buone e le cose negative. Poi quando è arrivato mio figlio di corsa mi sono emozionato.
Non aver vinto lo scudetto con 91 punti fa male. Da altre parti con 80 lo vinci, segno che la Juve ha fatto qualcosa di incredibile. Siamo comunque entrati nella storia. Per noi lo scudetto è come se fosse stato vinto, perché 91 punti sono qualcosa di incredibile. Scudetto perso in albergo a Firenze? Non lo so, certo che comunque giocare dopo la Juve ci ha condizionato. Dopo la vittoria di Torino ci avevamo creduto, ma ora non bisogna abbattersi e ripartire per riprovarci il prossimo anno.
Sarri? Non so se resterà. Onestamente non ero molto fiducioso fino a qualche giorno fa, poi dopo l’incontro con il presidente potrebbe essere cambiato qualcosa. Non sono d’accordo con chi ha detto che il ciclo sia finito. Anzi, credo che con 2-3 acquisti mirati si possa ripartire ancora meglio.
Non mi sono arrabbiato per non essere entrato, però sono rimasto un po’ deluso. Avrei voluto salutare nel miglior modo possibile. Ma capisco che lui abbia voluto chiudere il campionato con i giocatori che ritiene più importanti. Napoli? Mi ha insegnato tantissimo, non solo come giocatore ma anche come persona. Sento parlare mio figlio in napoletano e mi sento orgoglioso, questo perché sta bene e ciò mi rende sereno. Napoli mi ha dato tanto, non la dimenticherò mai. Forse qualcuno non lo vedrà, perché sono un po’ freddo, ma vi assicuro che sono legatissimo ormai alla gente e alla città.
Cosa farò dopo? Vorrei continuare a giocare. Mi ritengo un calciatore integro e per almeno due anni vorrei giocare. In futuro mi piacerebbe allenare i bambini, perché sento che ce n’è bisogno e mi piacerebbe. Torino? No, assolutamente non so nulla. In realtà non ho nemmeno detto addio al Napoli, anche se non credo rimarrò. Sto valutando la miglior soluzione per me e per la mia famiglia.
Lo scudetto per me è questo: sentire l’affetto della gente. Non potrò mai piacere a tutti, ma se ho lasciato un ricordo così bello nei tifosi, allora vuol dire che ho fatto qualcosa di buono. Il ricordo più importante? Credo la vittoria della prima Coppa Italia. A Napoli non si vinceva da anni, averlo fatto contro la Juve è stato anche una soddisfazione in più. Anche gli altri trofei sono stati comunque importanti.
L’allenatore che mi ha colpito di più? Tutti mi hanno insegnato qualcosa. Chiaro che con Mazzarri ho fatto qualcosa di importante, anche perché già l’avevo avuto alla Sampdoria. Benitez grande persona, aveva una gestione che riusciva a star sereno tutto il gruppo. Con Sarri non ho avuto un grande rapporto, ma ha espresso un calcio geniale. Mi auguro davvero che resti.
Un anno da giocatore e poi dirigente del Napoli? Mi piacerebbe, ma bisognerebbe vedere tante cose a partire dal progetto. Al momento non lo so ancora, valuterò in futuro. Cosa posso dire ai tifosi? Grazie, grazie grazie (ripetuto una decina di volte, ndr)! Mi avete dato tanto in questi 10 anni, Napoli sarà sempre la mia seconda casa. Quando ritornerò da avversario, mi auguro che mi salutiate come avere fatto ieri. Resterete sempre nel mio cuore“.
Articolo modificato 21 Mag 2018 - 15:51