Da predestinato a panchinaro fisso, fino all’esclusione per i Mondiali di Russia 2018. Così con Sarri, quale sarà il destino di Rog con Carlo Ancelotti?
Lo strano percorso di Marko Rog. No non è il titolo di una canzone, ma la strana storia del giovane talento croato. Arrivato a Napoli nell’agosto 2016 per quindici milioni di euro, dopo aver ben figurato all’europeo. Elogiato da stampa e addetti ai lavori, nei due anni con Sarri non è riuscito a ritagliarsi il giusto spazio all’interno della rosa azzurra. Dal suo arrivo ad oggi, solo 5 presenze da titolare su 56 con un minutaggio medio di 19′ a partita.
Eppure le qualità non gli mancano. Fisico tipico della mezzala, asciutto ma non gracile, in carriera ha ricoperto tutti i ruoli possibili, da centrale di centrocampo fino alla seconda punta nella Dinamo Zagabria. Ottime doti d’inserimento e una buona visione di gioco, insieme alla grande aggressività e al dinamismo ne fanno un giocatore da poter utilizzare in ogni modulo e zona del campo. Allora perché tante difficoltà nel biennio sarriano?
L’anarchia non è un’opzione
Sarri nei tre anni passati a Napoli ci ha abituato a vedere un calcio a dir poco sublime, frutto di allenamenti metodici e continui. La squadra allenata dal toscano, sembrava una grande orchestra gestita al meglio dal suo maestro. Tutti gli interpreti utilizzati, conoscevano lo spartito a mena dito. In un sistema tanto perfetto quanto chiuso su se stesso, un giocatore come Rog che vive di strappi e progressioni non ha trovato il suo habitat naturale.
Il giovane croato, restando in ambito musicale, è paragonabile invece ad un batterista jazz, che ha sì il compito di dettare il tempo della musica e dell’improvvisazione ma deve avere dei momenti di “assolo” per poter liberare energia e talento. L’impressione era quella di vedere sempre un giocatore fuori contesto, una nota “stonata” in quella meravigliosa sinfonia.
Carlo Ancelotti
Il nuovo allenatore sulla panchina azzurra non rappresenta solo un cambio di immagine e di mentalità per il Napoli società. Naturalmente anche la squadra verrà allenata in modo completamente diverso. Ancelotti è uno di quegli allenatori che fanno della gestione del gruppo e dei grandi giocatori il loro punto di forza. Tutti i meritevoli troveranno spazio, questo al di là dei moduli e degli schemi. Il Napoli che verrà si dovrà adattare spesso alle situazioni, anche nell’arco della partita. Nella sua ventennale carriera da allenatore, Re Carlo come lo chiamavano i supporters blues, ha utilizzato diversi moduli. Il famosissimo albero di Natale, tanto caro ai rossoneri e al presidente Berlusconi, il 4-4-2 di sacchiana memoria, il 4-2-3-1 che ha permesso ai blancos di conquistare la ‘dècima’, il 4-3-3 del double con il Chelsea.
Un allenatore quindi sempre pronto ad adattarsi e a lasciare la giusta libertà agli interpreti. Quindi, per Rog e non solo all’interno del gruppo azzurro, questa sarà un’occasione da non farsi sfuggire, sopratutto per quelli che negli ultimi anni hanno trovato meno spazio. Un giocatore della sua duttilità e grinta, potrebbe essere un vero protagonista in questo nuovo ciclo.
Marko Rog, potrebbe essere il primo vero acquisto del Napoli targato Ancelotti, ora tocca a lui dimostrare che Sarri si era sbagliato, e conquistare non solo la maglia azzurra ma anche quella croata per gli europei del 2020.