Ospite alla Federico II per l’evento dedicato a Football Leader, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è chiamato a parlare del fenomeno “Generazione Var”, insieme al designatore arbitrale Nicola Rizzoli, il giornalista Mario Sconcerti e il presidente AIAC Renzo Ulivieri.
Rizzoli: “Il Var deve avere la minima interferenza nel gioco del calcio. Questo significa che deve intervenire in quelle situazioni in cui dopo la decisione dell’arbitro c’è oggettività nell’intervento del Var. Nelle situazioni dubbie resta invece la verità del campo. Le situazioni di fuorigioco vengono prese in considerazione in genere solo oltre i 20 centimetri, mentre grazie al Var si sono ridotte le ammonizioni, le simulazioni e le espulsione dirette. Quest’anno solo un’espulsione diretta per proteste”.
Nel frattempo, il presidente De Laurentiis è andato a sedersi fra il pubblico presente nell’aula
Continua Rizzoli: “Abbiamo fatto anche degli errori ovviamente, e io sono qua per metterci la faccia e riconoscere anche gli errori, perché solo così si può migliorare in futuro. Permettere agli allenatori di chiedere l’intervento del Var? In realtà tutte le situazioni sono già controllate, quindi sarebbe una cosa superflua. Tuttavia abbiamo anche chiesto la possibilità agli allenatori di chiederne l’intervento un paio di volte, per garantire la serenità.
Su 105 correzioni ci sono stati 17 errori di cui 8 hanno influito sul risultato. Alcuni errori sono basati sull’inesperienza, come quando in Genoa-Juventus fu dato un rigore ai rossoblù viziato da un fuorigioco precedente
Dubbio fuorigioco di Mertens a Bergamo: l’arbitro ha lasciato giustamente giocare per valutare la situazione dopo. Pur applicando le linee virtuali all’azioni non si può capire se il giocatore del Napoli sia avanti perché l’inclinazione della telecamera ostacola una visione chiara. Nel dubbio, resta quindi la verità del campo“.
Lombardo, il capo della comunicazione del Napoli: “Conosciamo l’importanza dell’arbitro e anche i nostri ragazzi sanno che non devono protestare, perché riteniamo che gli arbitri vadano tutelati e da parte nostra non ci saranno mai attacchi alla classe arbitrale. Ci capitò uno screzio solo in occasione di una Supercoppa contro la Juventus perché la telecronaca Rai non sottolineò un torto che ritenemmo di aver subito e non chiese il replay“.
Interviene il presidente De Laurentiis: “Non mi interessa fare accuse, mentre il problema che mi ha “sfastiriato” è che nessuno si vuole assumere le sue responsabilità. Quindi viene introdotto il Var, però non vengono concessi elementi valutativi alle società facendo rimanere le stesse nel dubbio. Perché lasciare sempre qualche dubbio? Perché lasciare sempre quegli interrogativi sulle pressioni della Juventus da Pechino in poi dove la classe arbitrale si comportò in modo schifoso con noi e tutte le altre chiacchiere? Un arbitro deve essere un elemento equidistante, perché se anche questo appartiene ad un’associazione federativa deve comunque schierarsi presso questa associazione per un discorso di voti. Gli arbitri dovrebbero essere assunti e pagati dalla Serie A così anche da tenerli distanti da discorsi politici e non caricarli emotivamente per le pressioni dei tifosi.
Dovremmo riunirci anche con le società e stilare un regolamento di cosa è verificabile con il Var e cosa non lo è, così eliminiamo i sé e i ma. Poi in cabina di regia dovrebbero essere dei tecnici, così da liberare gli arbitri anche da questa pressione che poi porta a fargli sempre la guerra. Gli arbitri sono il nostro tesoro e vanno tutelati. Il Var deve portare passione e rispetto e non odio, e fare in modo che un arbitro diventi inattaccabile. Poi se sbaglia ci sarà un decalogo comportamentale con le punizioni del caso.
Io mi sono stancato di queste polemiche con la Juve che ha 2 scudetti che non ha vinto che si cuce lo stesso addosso e tutte le altre polemiche a riguardo. Io devo giocare sul campo anche per i 38 milioni di tifosi del Napoli. Da qui anche il mio discorso di onorare le coppe europee“.
Rizzoli in risposta a De Laurentiis: “Per togliere i sé e i ma un protocollo c’è già e se leggessimo tutte le regole ci renderemmo conto di quanto è dettagliato. Regolamento che comunque è modificabile e migliorabile. Sul discorso dei tecnici, che comunque si può provare, la domanda è: “‘Chi li mette lì? Qual è il loro passato?”
Il botta e risposta di De Laurentiis: “Sarebbe la Lega ad assumere questi tecnici e a fare le valutazioni. Non coinvolgerci su ciò che può mettere a rischio il risultato di una stagione che ha implicazioni economiche enormi non può essere sottovalutato. Io nel calcio vorrei che si definisse un obiettivo, così che poi sarebbe inutile lasciare lì tutti quelli che remano contro, perché lì si entrerebbe nell’ottica del compromesso, che è la più grossa stupidaggine che può capitare.
Ancora il presidente del Napoli: “I giovanissimi non si stanno legando al calcio, nel senso che non hanno la pazienza di vedere il calcio per tutto quel tempo. Si stanno quindi indirizzando verso giochi diversi. Sono stato a Los Angeles a parlare contro organizzatori di eventi in cui dei giocatori vanno in delle arene a giocare virtualmente, che paragonato al calcio è una ca..ata, ma bisogna trovare un modo anche per velocizzare il calcio. Io mi sono battuto anche per i giocatori che andavano in tribuna, per dare maggiore partecipazione alla squadra. Ho vinto questa battaglia, ma ora chiedo perché non proporre anche più cambi in una partita in modo da valorizzare tutti i giocatori?”
Sconcerti: “Il calcio è lo specchio del Paese, e un Paese triste esprime un calcio triste“. “Ma noi giochiamo il calcio più bello di Italia, quindi non ci appartiene questo discorso” – interrompe De Laurentiis. “Si, ma poi vi fate male da soli” chiude Sconcerti.
De Laurentiis: “Retroscena sull’addio di Sarri? Non ce ne sono stati. Io ho solo comunicato alla stampa ad un certo punto il ‘tempo scaduto’. Facendo parte di una società così importante io non posso aspettare gli altri quando invece gli altri dipendono dalla società, e quindi ho portato qui Carlo Ancelotti. Ieri sono stato all’incontro con lo staff a Castel Volturno per ridare smalto al centro sportivo e abbiamo fatto alcune valutazioni perché questo gruppo di lavoro possa lavorare al meglio. Abbiamo fatto valutazioni anche sul mercato, ma senza renderci conto a volte, durante i periodi di mercato offendiamo alcuni calciatori che hanno dato tanto a questa maglia sbandierando acquisti in giro. Non dimenticherò quando Antonio Conte portò addirittura il Chelsea a offrirmi 58 milioni per Koulibaly. Ma il denaro è solo un mezzo, mentre il fine era Koulibaly, quindi meglio tenerlo con noi. Poi gli allenatori possono fare alcune valutazioni come rinunciare ad un giovane in favore di un calciatore che abbia esperienza europea ad esempio. Con Ancelotti faremo quello che dovremo fare, guardando anche agli altri come si rinforzeranno, perché non giochiamo da soli
Investimenti sulle giovanili? Abbiamo sfornato talenti come Insigne e Luperto, ma se io vengo a Napoli sulle ceneri di un fallimento, il problema è quello di avere delle strutture, perché di certo non sono aiutato da questa città. Perché quando questa città va dal CONI a chiedere quando debba chiedermi di affitto e poi la cifra richiesta è molto superiore a quella indicata dal CONI mi domando il perché di questo iter. Devo trovare anche sindaci che mi lasciano fare. Per le Universiadi, ad esempio, sono intervenuto personalmente con De Luca per sbloccare la situazione e velocizzare i lavori in modo che non ostacolino la stagione in corso.
Suggestioni dal mercato? I tifosi chiaramente fanno il totocalcio da sempre, per necessità e per una compensazione emotiva per chi a casa non li fa giocare abbastanza quindi mogli, figli, state un attimo più calmi anche vicino ai vostri ‘datori di sentimenti’. Noi abbiamo una squadra forte, ci sono delle clausole rescissorie e chi intende esercitarle vuol dire che forse non tiene così tanto al Napoli. Per uno che possiamo perdere, ce ne sono quattro che possono arrivare, sia per l’esperienza di Ancelotti sia per le nostre possibilità economiche. Per vincere non ci vuole l’acquisto, ma ci vogliono nervi saldi e capacità di saper fare tesoro di ciò che si ha. Io cerco sempre di non cambiare.
Benitez? Lui voleva già andare via dopo il primo anno, poi l’ho costretto io a restare per il secondo, ma di fatto, alla fine del secondo anno il rapporto era ormai già finito per problemi familiari del tecnico. Infatti è andato in serie b inglese per stare vicino alla famiglia, non perché volesse abbandonare Napoli. È chiaro che io quando sto finendo all’ultimo anno dico alla stampa che stiamo trattando perché l’allenatore rimanga, non posso di certo dire: ‘Ora lo mando a quel paese’. È normale che uno deve avere pronta la carta di riserva. Noi vogliamo tenere i nostri allenatori e i nostri giocatori, basta vedere quanti anni sono stati in azzurro Maggio, Hamsik o Insigne. Anche i tanti rinnovi comportano investimenti.
Sconti per Sarri? Quella è una clausola che è stata messa a difesa di mie scelte. Non posso fare sconti ad alcuni sì ed altri no, quello è un contratto bilaterale e la clausola inserita va rispettata“.