Ai piedi del Vesuvio, quest’anno, non sono state poche le emozioni regalate dal Napoli di Sarri che ha fatto sognare tutta Italia e non solo. Eppure non solo la prima squadra, ma anche la Primavera ha saputo regalare – a suo modo – tantissime emozioni. La paura di finire ai play-out e la possibile retrocessione hanno fatto alzare le maniche agli azzurrini, che solo negli ultimi 90 minuti sono riusciti a conquistare i 3 punti decisivi e a salvarsi.
L’allenatore Loris Beoni, subentrato a Saurini nel corso del campionato, si è dato molto da fare. Il tecnico ha preso in mano la situazione ed è partito con un progetto nuovo per dare continuità ai giovani e prepararli all’inserimento in prima squadra. Per dare qualcosa di più in campo, non basta soltanto saper giocare bene con i piedi, serve anche la complicità tra i giocatori ed amore per la maglia per costruire un ciclo vincente.
In tempo di calciomercato, di ricerca di nuovi talenti, spunta spontanea una riflessione: perché non dare più spazio ai giovani cresciuti in casa? Quanto potrebbe essere importante avere in campo uomini che sentono la maglia come se fosse una seconda pelle?
In passato era diverso: grandi napoletani hanno militato nella loro squadra nativa diventando campioni. Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara rappresentano un grande esempio. Oggi non sono pochi i gioielli fatti scappare, come Gianluigi Donnarumma, portiere stabiese del Milan, Rolando Mandragora, di Scampia, centrocampista del Crotone in prestito dalla Juventus, e Ciro Immobile, attaccante della Lazio che ha vinto (con Icardi, ndr) la classifica dei cannonieri. Lorenzo Insigne, di fatti, attualmente, è l’unico profeta in patria (ovviamente restringendo il campo ai soli calciatori di spessore internazionale).
Nelle fila degli azzurrini sono due gli scugnizzi che potrebbero esplodere: Gianluca Gaetano e Ciro Palmieri.
Entrambi hanno incantato la Primavera con le loro giocate. Il primo, classe 2000, è cresciuto nella Future Boys di Casamarciano. Notato dal Napoli, si inserì subito. È il numero 10 del Napoli baby: punta che gioca anche come esterno o trequartista. Dribbling e fantasia, le sue qualità. In Youth League catturò le attenzioni di Liverpool e Manchester United. Il Napoli, però, l’ha blindato fino al 2019 ed un’opzione per ulteriori due stagioni.
Storia simile per Palmieri. Anche lui 18enne, cresciuto nella scuola calcio Mariano Keller. A 13 anni strego l’Inghilterra con le sue giocate. L’accordo con il Chelsea per il trasferimento non andò a buon fine, nonostante un periodo di prova a Londra. Così nel 2014 passò al Napoli e da lì iniziò la trafila nel settore giovanile. L’attaccante centrale, molto bravo nell’uno contro uno, ha un’ottima tecnica di base, velocità e tiro dalla distanza.
I due azzurrini hanno attirato l’attenzione di tanti addetti ai lavori e possono essere una bella scommessa. Entrambi potrebbero rappresentare il futuro del Napoli.
GAIA MARTINO
Articolo modificato 31 Mag 2018 - 21:56